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4 luglio 2008

Passo Rolle e i Laghi di Colbricon

L'itinerario è di grande interesse paesaggistico, naturalistico e storico. Il Passo Rolle rappresenta una zona molto interessante da un punto di vista geologico, è infatti luogo ove si contrappongono in modo più spettacolare due tipi di rocce molto diverse tra loro, ossia i porfidi quarziferi della catena del Lagorai, formazioni magmatiche facilmente riconoscibili per la colorazione che varia tra il rosso, il rosso-bruno e il verde, sulle quali si snoda l'itinerario proposto [vedi foto], e le candide e svettanti cime dolomitiche delle Pale di S. Martino, di origine sedimentaria [vedi foto]. Nei dintorni dei piccoli Laghi di Colbricon e in altre zone circostanti sono state rinvenute delle testimonianze di insediamenti di cacciatori del Mesolitico (8.000-5.000 a.C.), attratti in questi luoghi dalla ricchezza della fauna: nel corso delle campagne di scavi sono stati portati alla luce selci, punte di lance, frecce e referti dei loro accampamenti. Fanno parte della storia più recente manufatti risalenti alla Grande Guerra.

La partenza per raggiungere i Laghi di Colbricon può essere duplice: la prima è da Malga Rolle (1910 m s.l.m.) [vedi foto], situata lunga la strada 1 km dopo il Passo Rolle in direzione di Paneveggio; lasciata l'auto in uno dei parcheggi presenti, si imbocca il sentiero poco più in basso al di là della strada (lo si vede tagliare il prato sottostante). La passeggiata è sicuramente facile e proponibile anche a bambini (durata variabile intorno ai 45 min); consiglio come sempre di munirsi però di calzature idonee! Attraversato il pascolo, con percorso ondulato e lastricato in sassi di porfido [vedi foto], ci si addentra in un bosco di abete rosso misto a larice e pino cembro, raggiungendo i laghetti di Colbricon, di origine glaciale [vedi foto], e l'omonimo rifugio (1927 m s.l.m.) [vedi foto], immersi in un bel paesaggio di cespuglietti nani (rododendri e ginepri) e radi larici e pini cembri. In due momenti dell'anno il sentiero assume una veste unica: in autunno per il manto di aghi che lo riveste [vedi foto], e all'inizio dell'inverno, quando la prima neve caduta lo copre colorandolo di bianco, senza impedirne il passaggio [vedi foto]. L'area è popolata da numerosi camosci e spesso si possono avvistare dei rapaci, tra i quali l'aquila reale; in zona è presente con numerose colonie anche la sua preda principale, la marmotta [vedi foto]. Un incontro un po' più fortunoso può avvenire anche con i cervi europei che popolano il parco (più probabile in prossimità della stagione degli accoppiamenti) [vedi foto]: in periodo invernale è molto più frequente avvistare le loro orme sulla neve fresca [vedi foto]. Lungo il sentiero è possibile, inoltre, ammirare una vera e propria scultura [vedi foto], il cui autore è il picchio muratore: avvistarlo sulle sommità degli abeti mentre svolazza da una punta ad un'altra è piuttosto semplice.
La seconda opzione prevede la partenza dal Centro Visitatori di San Mrtino: da qui, con un dislivello di circa 400m, per la maggior parte da affrontare all'ombra della foresta, è possibile godere delle stesse meraviglie affrontando un percorso più impegnativo; oltre la flora e la fauna già esposte sopra, è possibile osservare qualche scoiattolo ai piedi degli abeti e la volpe, più guardinga nei confronti di presenze estranee all'interno della foresta.
Una terza opzione per raggiungere i Laghi di Colbricon è data da un giro ad anello: lasciata l'auto al Centro Visitatori di San Martino, sarà possibile prendere il pullman di linea per raggiungere la Malga Rolle; da qui si raggiungeranno i laghi e si tornerà all'auto abbandonando il sentiero affrontato precedentemente, imboccando il nuovo dal lato opposto dei laghi (per sicurezza meglio chiedere informazioni).
Prolungando la permanenza al passo fino a sera, sarà possibile godere di uno spettacolo unico nel suo genere: il colore della dolomia al tramonto [vedi foto]!
Ogni periodo dell'anno è affascinante: quello che gradisco maggiormente è l'autunno, per il colore oro della foresta regalato dagli aghi dei larici [vedi foto].




Le altre foto non inserite nel testo, a cui rimandano i link sopra presenti:





Se desideri vedere ulteriori foto di questi luoghi clicca qui.

Difficoltà: T

Le foto purtroppo non sono sempre esemplificative; appena possibile saranno sostituite. Per ulteriori informazioni, consiglio di visitare il sito http://parcopan.org/ (fonte del testo).


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4 commenti:

Luca ha detto...

Fantastico, le Dolomiti sono sempre nel mio cuore, anche se è qualche anno che non ci ritorno. Bellissima la foto con la cima rossa, la classica 'Enrosadira' delle leggende ladine...
Bravo, belle foto e racconto molto particolareggiato.

Enrico ha detto...

grazie mille! le dolomiti non sono proprio ad un passo da casa, ma appena posso ne approfitto per farci un giretto!

Andrea Moro ha detto...

Ciao Enrico, ho sempre trovato interessanti i tuoi tutorial sui posti che fotografi e ora mi servono per farmi un'infarinata di quello che mi aspetta recandomi in quessti luoghi. Thank you! :-)

Andrea

Enrico ha detto...

=) sono contento che questi piccoli "tutorial" possano servire a qualcuno!!!!
P.S.: vista la quantità di neve che troverai, considera l'acquisto delle ciaspole o di prenderle a noleggio!!

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