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17 maggio 2011

My Light

Qual è la prima immagine che vi viene in mente se vi si chiede di pensare alle Pale di San Martino? Sono sicuro che la stragrande maggioranza di voi, fotografi, fotoamatori o comunque amanti del paesaggio, starà visualizzando quella baita in legno e mattoni a vista specchiarsi sulle limpide acque del lago, circondata da alcune delle vette dolomitiche più famose (ed invidiate) al mondo mentre si tingono del magico colore dell’enrosadira. Ebbene sì, anch’io ho ceduto alla tentazione di immortalare questo angolo di paradiso: ma non stavo cercando di catturare la classica cartolina, la mia mente era a caccia di un elemento che potesse rendere in qualche modo diversa la foto.

L’orientamento delle vette intorno alla Baita Segantini è a ovest: questo rende la location particolarmente adatta a catturare le guglie dolomitiche infuocarsi alla luce del tramonto. Ciò mi consentiva di spaziare con la mente in tutte le stagioni, alla ricerca sempre del mio fattore di “diversità ricercata”: alla fine avevo capito che ciò che poteva soddisfare le mie esigenze non poteva essere legato a qualcosa di assolutamente imprevedibile, ma doveva essere un fenomeno quanto meno ipotizzabile.

Aspettai pazientemente il passare del tempo, recandomi ripetutamente sul luogo per studiarne al meglio le caratteristiche. Finalmente arrivò l’autunno: perché proprio questa stagione!? La risposta è molto semplice: l’autunno in quota porta la temperatura a scendere sotto gli 0°C, e questo nella mia mente voleva dire solamente una cosa … ghiaccio! Difficile, però, prevedere perfettamente il momento opportuno, infatti il primo anno ogni tentativo andò a vuoto. Ma il secondo anno fui più fortunato: alla quarta uscita, il 21 Ottobre 2010, si verificarono le condizioni da me ipotizzate. Il lago si presentava completamente ricoperto da una limpida veste di ghiaccio trasparente, l’aria aveva pulito il cielo all’orizzonte, garantendo la possibilità di catturare anche l’ultimo raggio di luce. Ma le foto al tramonto non saziarono la mia fame.

Oltre al fattore ghiaccio, nella mia mente rullava un’altra parola: luna. In particolare una precisa circostanza legata alla luna e cioè quel momento in cui essa, sorta prima del tramonto, fa capolino dalle vette quando non è ancora notte.
Quella volta non calcolai perfettamente la coincidenza dei due eventi, anche se sapevo che più o meno era il giorno esatto; fu il caso che mi riservò questa piacevole sorpresa.
Vista l’insoddisfazione per le composizioni provate durante la sessione fotografica al tramonto, decisi ancora una volta di modificare il punto di ripresa: cercai di bilanciare il più possibile gli elementi all’interno della scena affinché la loro successione conducesse l’occhio dell’osservatore dal primo piano sino all’ultimo. Per bilanciare poi l’esposizione scelsi di utilizzare un filtro graduato neutro.

Al tramonto l’atmosfera incantata era continuamente interrotta dagli schiamazzi degli altri spettatori che, come me, avevano scelto di assistere allo spettacolo in prima fila; ma una volta calato il sole, il vento freddo che soffiava da ovest, incuneandosi nella lunga valle del Travignolo, aveva fatto fuggire in fretta tutti … tutti tranne me.
La prima neve, che copriva i dolci pendii col suo candido e soffice manto, sembrava voler catturare tutta luce possibile per far risplendere ancora per un momento quelle magnifiche vette.

Fu così che nacque la mia personale interpretazione di un luogo molto fotografato, in parte legata al caso, ma non meno alla perseveranza. Là, a quota 2170 m ove l’unico rumore udibile era la buonanotte sussurrata dal vento tra quelle vette impervie; là, ove il freddo stringeva in una stretta morsa la mia pelle; là ove la luna creava con i suoi raggi un gioco irripetibile di luce, la mia luce … "My Light".






DATI TECNICI

• Location: Baita Segantini ai piedi delle Pale di San Martino, 2170 m s.l.m.; la location è raggiungibile a piedi da Passo Rolle seguendo il sentiero n°710 nei mesi da giugno a settembre; il resto dell’anno è percorribile con mezzi propri.

• Attrezzatura utilizzata: Nikon D40, Nikkor 12-24 f/4, 0.6 ND Grad Hard Lee, Treppiede Vanguard Alta+235AP, Testa a tre vie Vanguard PH-22, Scatto remoto, Cronometro.

• Dati Exif: Lunghezza focale: 12mm (su Dx) - Sensibilità ISO: 200 - Apertura diaframma: f/11 - Tempo di scatto: 541,6” - Modalità di scatto: M - Data dello scatto: 21/10/2010 - Ora dello scatto: 20:30.

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