Difficoltà: EE
Valle d'Aosta, Parco Nazionale del Gran Paradiso. Superata Aosta, si prosegue in direzione di Coumayer; in prossimità di Introd, si svolterà sulla sinistra, si oltrepasserà il paese fino a giungere al bivio tra la Valsavarenche sulla sinistra, nostra meta, e la Val di Rhemes. Superati i numerosi borghi, si lascia l'auto in uno spiazzo sulla sinistra passato Eau Rousse, in prossimità della partenza per il Rif. Chabod. Da qui si prosegue a piedi verso Pont, ultimo paese della valle, dal quale ascende il sentiero per il Rif. Vittorio Emanuele II. Il fondovalle segue il corso del torrente Savara [foto 1], alternando zone ricche di vegetazione a distese di prati e ghiaia (soprattutto nelle prime ore del mattino si possono osservare le marmotte godere del primo sole o correre "ai ripari" non appena qualcosa le infastidisca). Da Pont lo scenario che si offre ai nostri occhi è affascinante, trovandosi questo piccolo borgo ai piedi del Massiccio del Gran Paradiso [foto 2]. Oltrepassate le case, si attraversa il torrente Savara e si inizia l'ascesa: il primo tratto è in falsopiano, fino a raggiungere il fondovalle. Da qui il sentiero non lascia riposo: inizialmente è possibile avvantaggiarsi dell'ombra offerta dai numerosi larici che popolano la foresta [foto 3], ma raggiunta una certa quota, nulla ci protegge dal sole cocente (una buona scorta d'acqua è assolutamente indispensabile!!). Il sentiero è molto ben segnalato e curato, e numerosi sono gli escursionisti che lo affrontano [foto 4]. Ormai giunti alla nostra prima tappa, si aprono ampie conche intorno a noi, nelle quali (più facilmente se siamo dotati di binocolo) è possibile scorgere capre (specie tipica autoctona) [foto 5], camosci, e soprattutto stambecchi, animali simbolo di questa zona che frequentemente pascolano nei dintorni [foto 6]. La nostra prima meta ormai è raggiunta; il Rif. Vittorio Emanuele II (2732m s.l.m.) [foto 7] è situato sulla rive del Lago Moncorvè, ed è tappa fondamentale per chi desidera avventurarsi verso il Gran Paradiso (4.061m s.l.m.), la Becca di Moncorvé (3.875 m s.l.m.), il Ciarforon (3.640m s.l.m.), la Becca di Monciair (3.544m s.l.m.) e la Tresenta (3.609m s.l.m.) [foto 8]. Tra le rocce che dominano il paesaggio, si osservano spesso il corvo, il culbianco, il fringuello e il cordirosso alpestre alla ricerca continua di cibo. Da qui il sentiero costeggia i piedi del massiccio sulla sinistra, offrendoci a spiragli la visuale sulla cima del Gran Paradiso [foto 9]: numerosi sono i saliscendi e non sempre il tragitto è agevole e ben segnalato [foto 10], ma la vista sulla Valsavarenche è unica [foto 11]. Nelle ore più tarde del pomeriggio, nelle numerose piane che si presentano sotto di noi, pascolano numerosi camosci, usciti dalla protezione della foresta. Dopo almeno 2,5 ore di cammino saremo giunti ai piedi del Rif. Chabod (2750m s.l.m.) [foto 12], situato in posizione panoramica e strategica per il raggiungimento della vetta principale del massiccio [foto 13]. Fedele al suo territorio in prossimità del casolare, è presente uno degli esemplari più anziani di stambecco. Il sentiero ora è tutto in discesa, il primo tratto ancora in pieno sole costeggia il torrente sulla destra; il secondo tratto si butta a capofitto nella foresta con numerosi tornanti che ben presto ci portano in fondovalle [foto 14]. La foresta ospita al suo interno numerose specie di avifauna, tra cui il crociere, la nocciolaia, il ciuffolotto ed il grande picchio nero. Tra i rami dei larici è possibile scorgere gli scoiattoli, molto guardinghi. Nell'ultimo tratto il sentiero è spettacolare, formato da lastricati di pietra giustapposti in verticale [foto 15], che ci accompagnano fino al luogo di partenza, dove il torrente Savara incide la roccia a formare delle piccole insenature tra le pareti [foto 16].
Valle d'Aosta, Parco Nazionale del Gran Paradiso. Superata Aosta, si prosegue in direzione di Coumayer; in prossimità di Introd, si svolterà sulla sinistra, si oltrepasserà il paese fino a giungere al bivio tra la Valsavarenche sulla sinistra, nostra meta, e la Val di Rhemes. Superati i numerosi borghi, si lascia l'auto in uno spiazzo sulla sinistra passato Eau Rousse, in prossimità della partenza per il Rif. Chabod. Da qui si prosegue a piedi verso Pont, ultimo paese della valle, dal quale ascende il sentiero per il Rif. Vittorio Emanuele II. Il fondovalle segue il corso del torrente Savara [foto 1], alternando zone ricche di vegetazione a distese di prati e ghiaia (soprattutto nelle prime ore del mattino si possono osservare le marmotte godere del primo sole o correre "ai ripari" non appena qualcosa le infastidisca). Da Pont lo scenario che si offre ai nostri occhi è affascinante, trovandosi questo piccolo borgo ai piedi del Massiccio del Gran Paradiso [foto 2]. Oltrepassate le case, si attraversa il torrente Savara e si inizia l'ascesa: il primo tratto è in falsopiano, fino a raggiungere il fondovalle. Da qui il sentiero non lascia riposo: inizialmente è possibile avvantaggiarsi dell'ombra offerta dai numerosi larici che popolano la foresta [foto 3], ma raggiunta una certa quota, nulla ci protegge dal sole cocente (una buona scorta d'acqua è assolutamente indispensabile!!). Il sentiero è molto ben segnalato e curato, e numerosi sono gli escursionisti che lo affrontano [foto 4]. Ormai giunti alla nostra prima tappa, si aprono ampie conche intorno a noi, nelle quali (più facilmente se siamo dotati di binocolo) è possibile scorgere capre (specie tipica autoctona) [foto 5], camosci, e soprattutto stambecchi, animali simbolo di questa zona che frequentemente pascolano nei dintorni [foto 6]. La nostra prima meta ormai è raggiunta; il Rif. Vittorio Emanuele II (2732m s.l.m.) [foto 7] è situato sulla rive del Lago Moncorvè, ed è tappa fondamentale per chi desidera avventurarsi verso il Gran Paradiso (4.061m s.l.m.), la Becca di Moncorvé (3.875 m s.l.m.), il Ciarforon (3.640m s.l.m.), la Becca di Monciair (3.544m s.l.m.) e la Tresenta (3.609m s.l.m.) [foto 8]. Tra le rocce che dominano il paesaggio, si osservano spesso il corvo, il culbianco, il fringuello e il cordirosso alpestre alla ricerca continua di cibo. Da qui il sentiero costeggia i piedi del massiccio sulla sinistra, offrendoci a spiragli la visuale sulla cima del Gran Paradiso [foto 9]: numerosi sono i saliscendi e non sempre il tragitto è agevole e ben segnalato [foto 10], ma la vista sulla Valsavarenche è unica [foto 11]. Nelle ore più tarde del pomeriggio, nelle numerose piane che si presentano sotto di noi, pascolano numerosi camosci, usciti dalla protezione della foresta. Dopo almeno 2,5 ore di cammino saremo giunti ai piedi del Rif. Chabod (2750m s.l.m.) [foto 12], situato in posizione panoramica e strategica per il raggiungimento della vetta principale del massiccio [foto 13]. Fedele al suo territorio in prossimità del casolare, è presente uno degli esemplari più anziani di stambecco. Il sentiero ora è tutto in discesa, il primo tratto ancora in pieno sole costeggia il torrente sulla destra; il secondo tratto si butta a capofitto nella foresta con numerosi tornanti che ben presto ci portano in fondovalle [foto 14]. La foresta ospita al suo interno numerose specie di avifauna, tra cui il crociere, la nocciolaia, il ciuffolotto ed il grande picchio nero. Tra i rami dei larici è possibile scorgere gli scoiattoli, molto guardinghi. Nell'ultimo tratto il sentiero è spettacolare, formato da lastricati di pietra giustapposti in verticale [foto 15], che ci accompagnano fino al luogo di partenza, dove il torrente Savara incide la roccia a formare delle piccole insenature tra le pareti [foto 16].
3 commenti:
Ciao Enrico!Grazie per condividere con noi questi posti stupendi che visiti, io vengo ogni giorno a vedere se ci sono aggiornamenti, per evadere un po' dallo studio che mi accompagna in questi giorni!E non ti nascondo che spesso salvo le tue foto nella mia cartella dedicata alle foto di paesaggi! =)
Alla prossima escursione!
ciao Rita! mi fa piacere quel che hai scritto, ma temo che per un'altra escursione dovrai attendere qualche giorno! Sono sotto tesi quindi è gran poco il tempo che riesco a dedicare a questa passione! per lo più sto utilizzando scatti passati.
Per quel che riguarda le foto devo ammettere che non conosco bene leggi e restrizioni di copyright, ma finchè sono per uso esclusivamente personale non vedo problemi!
Ciao!
assolutamente ad uso personale, tranquillo! ;)
Un grosso in bocca al lupo per la tua tesi, allora, attenderemo che tu abbia finito le tue fatiche universitarie! ;)
ciao!
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