Ho da pochi giorni acquistato il mio nuovo treppiede: Vanguard Alta+ 235AP con la testa Vanguard PH-22 (in dotazione con il treppiedi). Non l'ho ancora testato sul campo, ma l'ho usato per alcuni test in casa e queste sono le mie prime considerazioni.
Caratteristiche principali
Peso: 1535 g (1157 g il treppiede; 378 g la testa)
Altezza da chiuso: 49 cm (40 cm solo il treppiede fino all'attacco della testa)
Altezza max: 120 cm (106,5 cm all'attacco della testa senza colonna centrale; 120 cm all'attacco della testa con colonna centrale)
Altezza min: 9,3 cm (senza colonna centrale, senza testa) - 30 cm (con colonna centrale, con testa)
Materiali di fabbricazione: lega di alluminio (treppiede), lega di magnesio (testa PH-22) e plastica
Numero di sezioni: 5
Diametro gambe: 23 mm sezione prossimale; 10 mm sezione distale
Angolazione gambe: 0°, 25°, 50°, 80°
Portata massima: 3 kg
Tilt: +90° ~ -60° & +90°~-30°
Numero livelle: 2
Testa: PH-22 a 3 vie
Prezzo: 139 euro (negozio)
Dati forniti dalla casa costruttrice e controllati attraverso un metro rigido e una bilancia da cucina con errore pari a +/- 1 g.
Considerazioni
Sono numerosi gli aspetti che mi hanno spinto a scegliere questo treppiede e spero di riuscire ad evidenziarli tutti nelle considerazioni a seguire.
Innanzitutto, il treppiede è relativamente leggero visti i materiali di fabbricazione: con testa e tutto quanto necessario supera di poco 1,5 kg! Le contenute dimensioni da chiuso (49 cm) sono un altro punto a favore per la sua trasportabilità. In dotazione viene fornita una comoda sacca a tracolla in cui sistemare senza troppa fatica il nostro cavalletto. Quest'insieme di fattori lo rendono facilmente trasportabile e sicuramente più leggero di molti altri treppiedi dalle caratteristiche affini e non.
Basti solo pensare alle differenze con il Manfrotto 055prob, uno tra i treppiedi più amati e venduti visto l'ottimo rapporto qualità/prezzo: da chiuso senza testa misura ben 64 cm per un peso che supera i 3 kg se abbinato alla testa 804rc2 (il doppio!!).
Solo passando a treppiedi in fibra di carbonio avremmo un peso significativamente minore, ma il prezzo lieviterà e non poco (se le mie finanze non fossero state limitate e se non avessi avuto la necessità di avere al più presto un treppiede valido, avrei certamente optato per un cavalletto in fibra di carbonio).
Concentrandoci sul treppiede, alle dimensioni ridotte da chiuso deve per forza corrispondere un numero di sezioni maggiore per consentire di raggiungere un altezza quanto meno sufficiente (come alla fine avviene anche nel top class Manfrotto 190MF4, anche se qui le sezioni sono 4). Il rovescio della medaglia sarà quindi la scarsa altezza massima raggiunta da questo sistema e la sua precaria stabilità alla massima altezza vista la significativa differenza di diametro tra la sezione prossimale (23 mm) e quella distale (10 mm). Personalmente non scatto quasi mai a massima altezza e se lo faccio il peso della mia attrezzatura non è tale da impedirmi di utilizzarla in tutta tranquillità; per abitudine poi quando la reflex è montata sul treppiede scatto sempre con lo scatto remoto.
Caratteristica principale è la possibilità di angolare indipendentemente le tre gambe tra gli 0° e gli 80°, sfruttando al più dei blocchi intermedi a 25° e 50° regolabili con un pulsante. Questo era un elemento per me indispensabile per consentire la maggior versatilità possibile al treppiede in modo da poter riprodurre le stesse inquadrature effettuabili a mano libera (limitazione assoluta dei treppiedi economici nei quali per sopperire ad un deficit di stabilità vengono ancorate le tre gambe alla colonna centrale con dei giunti a scorrimento).
Le sezioni possono essere allungate a piacimento e vengono bloccate attraverso dei giunti in plastica ben studiati e costruiti con materiale di buona qualità al primo impatto. La sezione prossimale è rivestita con un sottile strato in gommapiuma in modo da permettere la presa del cavalletto a mani nude a temperature estreme (cosa possibile senza isolante nei treppiedi in fibra di carbonio). Al termine della sezione distale sono presenti dei tappi in gomma che una volta avvitati lasciano libere delle punte metalliche.
Altro pregio è la possibilità di estrarre la colonna centrale, in modo da annullare l'altezza dal suolo in fase di scatto! Infatti, montando la colonna al contrario e orientando quindi la reflex capovolta di 180° ci sarà data la possibilità di inquadrare da qualsiasi altezza; l'operazione è eseguibile in pochi istanti. Alla base della testa poi è presente un anello in gomma che attutisce gli urti della testa e quindi della nostra fotocamera nel caso in cui si allentasse la vite di fissaggio della colonna centrale.
Alla base della colonna, invece, è posto un gancio con duplice funzione: 1) appendere eventuali oggetti per zavorrare il treppiede; 2) se sfilato ed inserito al posto della colonna centrale, potrà essere utilizzato: a) come "supporto" su cui montare la nostra reflex: chiaro che al vantaggio di annullare l'altezza dal suolo, corrisponde una limitazione compositiva assurda; b) come supporto su cui montare la testa "perdendo" i cm relativi alle misure della stessa. Se non si vuol ribaltare la colonna centrale per la scomodità della posizione che si viene ad assumere per inquadrare attraverso il mirino se non si possiede un sistema Live View, credo sia meglio l'ultima soluzione che consente di evitare di segare la colonna centrale anche se la testa non viene perfettamente fissata (garantisce comunque la stabilità necessaria).
La testa: PH-22
La testa in dotazione è la Vanguard PH-22, testa panoramica in lega di magnesio. Il più grosso limite del Alta+ 235AP credo risieda proprio qui: la testa è avvitata sul treppiede e questo lo rende assolutamente incompatibile con altre teste (eccezion fatta per la Vanguard PH-21). Al più è possibile costruire un adattatore, con i grossi limiti immaginabili. [in seguito alla segnalazione di Mattia Terrando, mi riservo di rivalutare al più presto la compatibilità dell'attacco].
Al di là di questo, devo ammettere che la PH-22 non è così male come può sembrare a prima vista.
Il primo pregio è la placca di fissaggio; aprendo la sicura, è possibile sfilare il piano di appoggio ed avvitarlo alla reflex. Con un rapido clic poi si andrà a collocare stabilmente la nostra fotocamera in sede pronta per l'utilizzo (si evita così il logorante avvita/svita delle teste non dotate di questo accorgimento).
La testa è munita di due livelle: una collocata posteriormente alla reflex, molto utile in fase di composizione con inquadratura orizzontale per evitare spiacevoli inclinazioni; l'altra posta lateralmente, sempre ad inclinazione orizzontale, montata per favorire la centratura della fotocamera e quindi il corretto utilizzo della testa panoramica. Manca a mio avviso una terza livella con orientamento verticale, ottimale per posizionare correttamente l'orizzonte nel caso di inquadratura verticale.
La testa è dotata di due manopole di fissaggio: una per l'inclinazione sul piano frontale e l'altra sul piano saggittale; non è possibile fissare la testa sul piano trasversale ma il sistema risulta ben stabile. Le manopole si possono svitare e fissare lateralmente al treppiede per facilitare la chiusura dello stesso; il sistema per me non è così economico e spero che alla lunga non deteriori troppo il filo della vite. Sarebbe stato forse più efficace il sistema adottato dalla Manfrotto nella 460MG. Per fortuna almeno le manopole non devono essere strette all'inverosimile per tenere la posizione scelta.
La base della testa risulta essere graduata per la rotazione sull'asse verticale; ulteriore nota positiva è la buona fluidità della rotazione stessa che la rende adatta a riprese video.
Conclusioni
Pro:
- Peso (+);
- Dimensioni (+);
- Possibilità compositiva (++);
- Placca di fissaggio (+);
- Livella posteriore (+);
- Prezzo (+).
Contro:
- Compatibilità con altre teste (--) / con riserva fino a verifica*;
- Numero sezioni (-).
* Ho potuto verificare che il treppiedi ha la possibilità di montare teste di altre marche senza alcun problema di compatibilità (attualmente utilizzo il treppiede con una testa a sfera Manfrotto: 498RC2).
Innanzitutto, il treppiede è relativamente leggero visti i materiali di fabbricazione: con testa e tutto quanto necessario supera di poco 1,5 kg! Le contenute dimensioni da chiuso (49 cm) sono un altro punto a favore per la sua trasportabilità. In dotazione viene fornita una comoda sacca a tracolla in cui sistemare senza troppa fatica il nostro cavalletto. Quest'insieme di fattori lo rendono facilmente trasportabile e sicuramente più leggero di molti altri treppiedi dalle caratteristiche affini e non.
Basti solo pensare alle differenze con il Manfrotto 055prob, uno tra i treppiedi più amati e venduti visto l'ottimo rapporto qualità/prezzo: da chiuso senza testa misura ben 64 cm per un peso che supera i 3 kg se abbinato alla testa 804rc2 (il doppio!!).
Solo passando a treppiedi in fibra di carbonio avremmo un peso significativamente minore, ma il prezzo lieviterà e non poco (se le mie finanze non fossero state limitate e se non avessi avuto la necessità di avere al più presto un treppiede valido, avrei certamente optato per un cavalletto in fibra di carbonio).
Concentrandoci sul treppiede, alle dimensioni ridotte da chiuso deve per forza corrispondere un numero di sezioni maggiore per consentire di raggiungere un altezza quanto meno sufficiente (come alla fine avviene anche nel top class Manfrotto 190MF4, anche se qui le sezioni sono 4). Il rovescio della medaglia sarà quindi la scarsa altezza massima raggiunta da questo sistema e la sua precaria stabilità alla massima altezza vista la significativa differenza di diametro tra la sezione prossimale (23 mm) e quella distale (10 mm). Personalmente non scatto quasi mai a massima altezza e se lo faccio il peso della mia attrezzatura non è tale da impedirmi di utilizzarla in tutta tranquillità; per abitudine poi quando la reflex è montata sul treppiede scatto sempre con lo scatto remoto.
Caratteristica principale è la possibilità di angolare indipendentemente le tre gambe tra gli 0° e gli 80°, sfruttando al più dei blocchi intermedi a 25° e 50° regolabili con un pulsante. Questo era un elemento per me indispensabile per consentire la maggior versatilità possibile al treppiede in modo da poter riprodurre le stesse inquadrature effettuabili a mano libera (limitazione assoluta dei treppiedi economici nei quali per sopperire ad un deficit di stabilità vengono ancorate le tre gambe alla colonna centrale con dei giunti a scorrimento).
Le sezioni possono essere allungate a piacimento e vengono bloccate attraverso dei giunti in plastica ben studiati e costruiti con materiale di buona qualità al primo impatto. La sezione prossimale è rivestita con un sottile strato in gommapiuma in modo da permettere la presa del cavalletto a mani nude a temperature estreme (cosa possibile senza isolante nei treppiedi in fibra di carbonio). Al termine della sezione distale sono presenti dei tappi in gomma che una volta avvitati lasciano libere delle punte metalliche.
Altro pregio è la possibilità di estrarre la colonna centrale, in modo da annullare l'altezza dal suolo in fase di scatto! Infatti, montando la colonna al contrario e orientando quindi la reflex capovolta di 180° ci sarà data la possibilità di inquadrare da qualsiasi altezza; l'operazione è eseguibile in pochi istanti. Alla base della testa poi è presente un anello in gomma che attutisce gli urti della testa e quindi della nostra fotocamera nel caso in cui si allentasse la vite di fissaggio della colonna centrale.
Alla base della colonna, invece, è posto un gancio con duplice funzione: 1) appendere eventuali oggetti per zavorrare il treppiede; 2) se sfilato ed inserito al posto della colonna centrale, potrà essere utilizzato: a) come "supporto" su cui montare la nostra reflex: chiaro che al vantaggio di annullare l'altezza dal suolo, corrisponde una limitazione compositiva assurda; b) come supporto su cui montare la testa "perdendo" i cm relativi alle misure della stessa. Se non si vuol ribaltare la colonna centrale per la scomodità della posizione che si viene ad assumere per inquadrare attraverso il mirino se non si possiede un sistema Live View, credo sia meglio l'ultima soluzione che consente di evitare di segare la colonna centrale anche se la testa non viene perfettamente fissata (garantisce comunque la stabilità necessaria).
La testa: PH-22
La testa in dotazione è la Vanguard PH-22, testa panoramica in lega di magnesio. Il più grosso limite del Alta+ 235AP credo risieda proprio qui: la testa è avvitata sul treppiede e questo lo rende assolutamente incompatibile con altre teste (eccezion fatta per la Vanguard PH-21). Al più è possibile costruire un adattatore, con i grossi limiti immaginabili. [in seguito alla segnalazione di Mattia Terrando, mi riservo di rivalutare al più presto la compatibilità dell'attacco].
Al di là di questo, devo ammettere che la PH-22 non è così male come può sembrare a prima vista.
Il primo pregio è la placca di fissaggio; aprendo la sicura, è possibile sfilare il piano di appoggio ed avvitarlo alla reflex. Con un rapido clic poi si andrà a collocare stabilmente la nostra fotocamera in sede pronta per l'utilizzo (si evita così il logorante avvita/svita delle teste non dotate di questo accorgimento).
La testa è munita di due livelle: una collocata posteriormente alla reflex, molto utile in fase di composizione con inquadratura orizzontale per evitare spiacevoli inclinazioni; l'altra posta lateralmente, sempre ad inclinazione orizzontale, montata per favorire la centratura della fotocamera e quindi il corretto utilizzo della testa panoramica. Manca a mio avviso una terza livella con orientamento verticale, ottimale per posizionare correttamente l'orizzonte nel caso di inquadratura verticale.
La testa è dotata di due manopole di fissaggio: una per l'inclinazione sul piano frontale e l'altra sul piano saggittale; non è possibile fissare la testa sul piano trasversale ma il sistema risulta ben stabile. Le manopole si possono svitare e fissare lateralmente al treppiede per facilitare la chiusura dello stesso; il sistema per me non è così economico e spero che alla lunga non deteriori troppo il filo della vite. Sarebbe stato forse più efficace il sistema adottato dalla Manfrotto nella 460MG. Per fortuna almeno le manopole non devono essere strette all'inverosimile per tenere la posizione scelta.
La base della testa risulta essere graduata per la rotazione sull'asse verticale; ulteriore nota positiva è la buona fluidità della rotazione stessa che la rende adatta a riprese video.
Conclusioni
Pro:
- Peso (+);
- Dimensioni (+);
- Possibilità compositiva (++);
- Placca di fissaggio (+);
- Livella posteriore (+);
- Prezzo (+).
Contro:
- Compatibilità con altre teste (--) / con riserva fino a verifica*;
- Numero sezioni (-).
* Ho potuto verificare che il treppiedi ha la possibilità di montare teste di altre marche senza alcun problema di compatibilità (attualmente utilizzo il treppiede con una testa a sfera Manfrotto: 498RC2).
Foto
Per ulteriori informazioni sul prodotto sopra discusso consiglio di consultare il sito della casa produttrice: http://www.vanguardworld.com/index.php/it/products/photo-video/detail-1-4-16-103.html.
6 commenti:
Ciao, senza dubbio è un buon treppiede, compatto ma con accorgimenti derivati da modelli più grandi e di livello superiore.
L'unica cosa su cui ho dei dubbi è la compatibilità della testa: tutte le teste sono avvitate alla colonna, tramite una vite da 3/8 di pollice (più grande della filettatura della macchina fotografica che è da 1/4 di pollice). Quindi la testa è avvitata in questo modo è compatibile con qualsiasi altra testa.
Ciao, Mattia
Ciao Mattia e grazie per il tuo prezioso contributo!!!
Questo è un mistero, perchè il commerciante mi diceva di no, però stando alle informazioni che ho raccolto (non ti saprei proprio dire che differenza c'è tra una vite da 3/8 e una di 1/4!!!, quindi ad occhio non ti so dire...) funziona come dici tu... provo a controllare...
Ciao, è abbastanza facile riconoscere la differenza tra le due viti. Benchè la differenza (in termini numerici) tra 1/4 e 3/8 sia minima, la a vite di attacco della testa appare visibilmente più grande di quella di attacco al corpo macchina, e si riconosce ad occhio.
Avere un attacco del genere ti apre un mondo di teste di altissima qualità (e costo) per qualsiasi esigenza.
Ciao, Mattia
Grazie Mattia per la dritta. Allora ho provato a smontare il tutto e ho notato che sia la testa che la reflex possono essere avvitate su una placca di supporto per ridurre l'altezza al minimo; questo mi porterebbe a pensare che le viti siano le stesse e che quindi sia incompatibile. Ma, per fortuna c'è un ma questa volta, la testa è dotata di una vite interna che definirei adattatore il che mi porta a pensare che esista la compatibilità tra i due sistemi. Unica cosa è trovare qualcuno che possieda un testa Manfrotto o affini e fare la prova del nove!!!
Grazie ancora mattia per la tua precisione che mi sta permettendo di far luce su un aspetto altresì fortemente limitante del treppiede!!
ciao enrico grazie per la bella recensione, una domanda: dove è possibile acquistarlo?
salutone,
maurizio
Ciao Maury!! si devo ancora riuscire ad avere la certezza della compatibilità del treppiede con altre teste nonostante dal commerciante mi fosse stata negata, io in realtà sono fiducioso... Luca e Andrea mi avevano consigliato un Benro, ma quelli che più mi attiravano costavano ben di più di questo e in internet... in negozio mi sento sempre più sicuro purtroppo!!
Riguardo all'acquisto, io l'ho trovato come ti dicevo in un negozio qui a Vicenza, sennò ho visto che ce l'ha qualche negozio on-line anche italiano...
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