tag:blogger.com,1999:blog-74628387560681951672024-03-13T05:39:43.571+01:00Emozioni Dietro L'ObiettivoEnricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.comBlogger141125tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-61957206461921406382012-08-13T17:35:00.002+02:002012-08-13T17:35:37.462+02:00Chiusura BlogA malincuore sono costretto ad annunciare che non sono più in grado di gestire questo blog!! Gli aggiornamenti continueranno ad essere pubblicati all'interno del mio sito personale!!<br />
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<a href="http://enricogrottophotography.weebly.com/" target="_blank"><b>ENRICO GROTTO PHOTOGRAPHY</b></a></div>
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Tuttavia non eliminerò il blog per cui tutte le informazioni qui contenute continueranno ad essere fruibili!Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-22648596711479584072011-09-20T17:29:00.001+02:002011-10-12T12:30:19.202+02:00La Poesia Della Luce<div style="color: yellow;">
<span style="font-size: large;"><b>ParcoPAN - Pale di San Martino dalla Cavallazza</b></span></div>
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Settembre: nonostante in pianura l'estate stia prolungando la sua permanenza, le vette delle montagne hanno già iniziato i preparativi per accogliere l'imminente autunno. Le temperature in quota si fanno più miti, il sole al tramonto saluta le cime sempre prima di giorno in giorno. Gli invasori abbandonano i loto insediamenti, convinti di aver vissuto "la vera montagna"... vane illusioni...</div>
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Grazie alla disponibilità di mio fratello, organizzo una spedizione toccata e fuga dopo mesi di astinenza dalla fotografia paesaggistica: destinazione programmata Castellaz! In fretta e furia carichiamo l'auto, nonostante la velatura del cielo non faccia prevedere ottime condizioni... Sfrecciamo verso il Passo Rolle nella speranza che la fresca aria di montagna possa regalarci un cielo limpido e sgombro da nubi! Purtroppo, però, più ci avvicinavamo alla meta e maggiore è l'intensità delle nubi... Arrivati al passo, diamo una rapida occhiata ad ovest: tanto è bastato per cancellare la meta prefissata e dirigerci di comune accordo per l'ennesima volta alla Cavallazza... "Viste 'ste nubi, almeno un camoscio riusciremo a vederlo!!": amara consolazione per un paesaggista, ma pur sempre un'esperienza da vivere dopo due ore di macchina!</div>
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<a class="lightwindow" href="https://lh3.googleusercontent.com/-YExRCxjZwZw/TnivtZXFkYI/AAAAAAAADTs/iG-Uy7vL0_Q/s720/0067.jpg"><img src="https://lh3.googleusercontent.com/-YExRCxjZwZw/TnivtZXFkYI/AAAAAAAADTs/iG-Uy7vL0_Q/s720/0067.jpg" width="400" /></a></div>
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Mai commisi errore più giusto!! Arrivati con non poca fatica a destinazione, desolati per aver incontrato una sola volpe e aver visto un puntino marrone che mio fratello chiamava camoscio, delusi per la velatura del cielo... ma allo stesso tempo pieni di speranza, che cercavamo di non far trapelare, per uno spiraglio di sereno all'orizzonte...</div>
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<a class="lightwindow" href="https://lh5.googleusercontent.com/-Taz2DxvgFI4/TnivpRL3ZiI/AAAAAAAADTo/bl8VPFCpsbk/s720/0065.jpg"><img src="https://lh5.googleusercontent.com/-Taz2DxvgFI4/TnivpRL3ZiI/AAAAAAAADTo/bl8VPFCpsbk/s720/0065.jpg" width="400" /></a></div>
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E fu così che la luce trasformò in poesia la pallida roccia delle dolomiti, donò forma alle morbide curve del terreno, tingendo d'oro tutto ciò su cui si posava...</div>
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In pochi secondi, recuperai l'attrezzatura ed iniziai a scattare intorno a me: non ero pienamente consapevole di ciò che stavo immortalando, i miei occhi erano incapaci di credere a ciò che vedevano: eravamo passati in 30" da una desolazione grigia ad uno scintillio di colori...</div>
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<a class="lightwindow" href="https://lh4.googleusercontent.com/-S3Ifq0OVAyY/Tnivkv8ViwI/AAAAAAAADTg/QVzb7r1hMkM/s720/0064.jpg"><img src="https://lh4.googleusercontent.com/-S3Ifq0OVAyY/Tnivkv8ViwI/AAAAAAAADTg/QVzb7r1hMkM/s720/0064.jpg" width="400" /></a></div>
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Un mare di nubi sovrastava l'abitato di San Martino e il Primiero, rendendo onirico il paesaggio verso sud: attimi imperdibili, ricordi indelebili... In meno di 4 minuti tutto come era improvvisamente apparso, è sparito...</div>
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Lentamente l'oscurità stava avanzando, un ultimo scorcio rubato prima del rientro alla macchina guidati dalla fievole luce della luna e accompagnati dal bramito del re di queste foreste...<br />
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<a class="lightwindow" href="https://lh6.googleusercontent.com/-vtikP935GeY/TnivopMfAfI/AAAAAAAADTk/U1H6W0Sm5dE/s912/0066.jpg"><img src="https://lh6.googleusercontent.com/-vtikP935GeY/TnivopMfAfI/AAAAAAAADTk/U1H6W0Sm5dE/s912/0066.jpg" width="400" /></a></div>
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<i>Tutte le foto sono state scattate con Nikon D700, Nikkor 24-70/2.8, Lee ND 0.9 Grad Soft.</i></div>
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<br />Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-43501428018514283142011-09-14T17:29:00.000+02:002011-09-14T17:29:31.305+02:00Sognando le Dolomiti | Pale di San Martino<div style="text-align: justify;">
27 Luglio 2009: fu questa la prima volta che "casualmente" capitai sulle sponde di tre piccoli laghetti (se così si possono definire)... ma solo uno di essi conquistò il mio cuore...</div>
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Il superiore è situato proprio all'altezza della forcella tra la vetta della Tognazza e la Piccola Cavallazza, nel cuore del ParcoPAN: le sue acque cupe riflettono le scintillanti vette delle Pale di San Martino: Cimon della Pala, Vezzana e i Bureloni! Scenario unico di cui intuii subito le ricche potenzialità paesaggistiche...</div>
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23 Maggio 2011: dopo due anni dal primo incontro e numerose uscite andate a vuoto, finalmente riuscii a congelare uno degli scenari più belli visti e vissuti sulle Dolomiti.</div>
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In conpagnia di Edo, parii con largo anticipo alla volta della meta: la strada era ancora parzialmente coperta di neve, per cui fu d'obbligo munirsi di attrezzatura appropriata... lo scenario intorno a noi prometteva bene ed estasiati raggiungemmo le sponde del lago anche se non senza difficoltà ... la neve ricopriva parzialmente lo specchio d'acqua, il Cimon si mostrava in tutta la sua fierezza, a nord le nuvole si mostravano però minacciose...</div>
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Dopo circa un'oretta passata saltellando qua e là per trovare la miglior inquadratura, eravamo entrambi pronti per congelare gli ultimi raggi di luce... e l'attesa non deluse le nostre aspettative...</div>
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<a class="lightwindow" href="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/7846733_orig.jpg"><img src="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/7846733_orig.jpg" width="280" /></a></div>
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Il ritorno non fu certamente dei più sereni! Dopo esserci fatti soppraffare dal fascino della luce intorno a noi, la grandine ci riportò sulla terra dal monto dei sogni...<br />
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<i>EXIF Information: Date: 23/05/2011 - Exposure Time: 1/4" - F Number: 16 -
ISO Speed Ratings: 200 - Exposure Program: Manual (M) - Exposure Bias
Value: 0 - Focal Length: 17mm - Filters: 0.6 ND Grad Hard + 0.6 ND Grad
Soft</i></div>
Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-35824700591376895952011-07-16T09:05:00.003+02:002011-07-16T09:30:56.942+02:00Dolomiti, Immagini Di Un Patrimonio<span style="font-weight: bold; color: rgb(255, 255, 0);font-size:130%;" ><span style="font-style: italic;">Club Alpino Italiano</span><br /><span style="font-style: italic;">Mostra Fotografica Itinerante</span></span><br /><br /><div style="text-align: justify;">Non posso che essere lieto nell'annunciarvi che finalmente i lavori per l'ultimazione dei pannelli costituenti la mostra è ormai prossima!<br />Grazie all'instancabile impegno del suo ideatore e realizzatore Ugo Scortegagna, la mostra fotografica itinerante <span style="font-weight: bold;">"Dolomiti, immagini di un patimonio"</span> è ormai prossima all'innaugurazione presso il Centro di Formazione per la Montagna "Bruno Crepaz" di Passo Pordoi.<br />La mostra resterà in sede per tutto il mese di agosto 2011.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 399px; height: 400px;" src="http://1.bp.blogspot.com/-wXMkyjEOmLs/TiE9qAbV81I/AAAAAAAADTY/TIlwJXxjAOw/s400/Appunti01.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5629848801068315474" border="0" /><br /></div><br /><br />Dopo aver collaborato per la realizzazione dell'Agenda del CAI 2011 - <span style="font-weight: bold;">"Dolomiti, Patrimonio dell'Umanità"</span>, non potevo non proseguire tale collaborazione mettendo a disposizione il mio materiale fotografico anche per l'ultimazione del progetto attraverso la realizzazione di questa mostra e non solo...<br /><br />Vi aspettiamo numerosi!!!<br /><br /><br />P.S.: La sala è situata appena dopo il passo, in una stradina all'interno supito prima della pizzeria-hotel Savoia e dietro la Casa Alpina del CAI, dove inizia il sentiero per il Belvedere e il Rif. Viel Dal Pan.<br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-56563529779975859662011-06-18T14:53:00.002+02:002011-06-18T15:12:54.835+02:00Lacrime Dal Cielo, Fiori Dalla Terra ...<div style="text-align: justify;">“Da tre giorni dormo nel fango, tra il fango, con il fango, mangio e bevo misto fango, respiro fango, la mia pelle e le mie ossa sono infangate”.<br /><br />“Mio nonno ha combattuto proprio qui: era addetto alla mitragliatrice in un corpo di Standschützen. Mi raccontava che era una vita dura, piena di sacrifici: oltre al nemico bisognava fronteggiare i rigori della natura, specie d’inverno. Una volta, sotto il fuoco italiano, si staccò un intero costone innevato e lui precipitò a valle con la sua arma. Ripresa conoscenza dopo diverse ore, risalì alla sua posizione, ma senza la mitragliatrice, che era rimasta sepolta nella neve. Il suo superiore lo mise in punizione: i rifornimenti erano difficoltosi, perdere un’arma equivaleva ad un dramma”.<br /><br />“Due batterie di nostre bombarde concentravano il fuoco sul camminamento che dalla “Casermetta difensiva” conduce al Dente. Vedemmo fra i nugoli di fumo saltar per aria pezzi d’uomini. In uno scoppio si scorsero proprio soltanto due gambe nel cielo divaricarsi. Tutta l’intera colonna dei nemici venne a farsi maciullare così, in quel passaggio obbligato dove minuto per minuto cadeva una nostra bombarda … Nessuno potrà mai dare una pallida idea della terribilità di quella mischia. Alcuni momenti si vedevano uomini avviticchiarsi. Un obice faceva saltare in aria amici e nemici. La morte li coglieva insieme, nella stretta dell’odio. I duecento metri del Dente erano divenuti un formichio di esseri, non umani, ma sovrannaturali; demoni certo che correvano tra le rovine; sopravvivevano fra le fiammate delle bombe a mano e le eruzioni delle granate”.<br /><br />Sono solo poche righe delle centinaia di pagine e racconti stilati da chi la Grande Guerra l’ha vissuta sulla propria pelle, in prima linea sul Pasubio. “In questi luoghi, forse più che altrove, la natura è natura trasformata dagli uomini, è storia” (P.M. Collareda). Impossibile non ripensare a quanto narrato sopra mentre affronto la via d’accesso che da Bocchetta Campiglia conduce alle Porte del Pasubio: la Strada delle 52 Gallerie. Progettata dal tenente ing. G. Zappa e realizzata dalla 33a compagnia minatori del 5° reggimento Genio, oggi costituisce una delle testimonianze di maggior rilievo storico e interesse ambientale che fanno parte dell’Ecomuseo della Grande Guerra.<br /><br />Lo scenario che si presenta ai miei occhi dalla vetta di Cima Palon (il punto più alto del massiccio) è segnato profondamente dalle cicatrici delle ostilità. Raramente quassù le nuvole lasciano libero il passaggio ai raggi del sole, che a fatica si aprono un varco qua e là. Se della montagna non c’è da fidarsi, del Pasubio ancora meno … Era una limpida giornata di giugno quando iniziai la salita; si tramutò ben presto in un pericoloso temporale estivo. Ma il Pasubio, grazie alla sua posizione, è anche uno dei luoghi più ricchi da un punto di vista floreale. Mentre mi affretto a trovare un posto “sicuro” nell’eventualità che quel che temo diventi realtà, la mia anima è spinta a fermarsi sull’orlo di una delle numerose buche create dalle granate. Le drosofila octopetala si mimetizzano con le chiazze di neve ancora presente; il loro candore contrasta con il verde scintillante del prato, segno della nuova vita. Lo scheletro di un ramo maltrattato dalle intemperie giace inerme su di esse, simbolo delle vittime del rigore del clima su queste vette. Sullo sfondo, proprio su quella parete in cui il Genio costruì la più imponente opera bellica alpina, le nubi iniziano a versare le loro lacrime di compianto. Così la Natura ricorda, con “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Lacrime dal cielo, fiori dalla terra …</span>”.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.dreamerlandscape.com/mediafiles/gallery/Dreamerlandscape_EnricoGrotto_0009.jpg"><img src="http://www.dreamerlandscape.com/mediafiles/gallery/Dreamerlandscape_EnricoGrotto_0009.jpg" width="400" /></a><br /></div><br /><br /><br />DATI TECNICI<br /><br />• Location: <span style="font-style: italic;">Pasubio, Piccole Dolomiti vicentine; a poca distanza dal Rif. Gen Achille Papa, 1950 m s.l.m.; la location è raggiungibile per diverse vie in circa 3h di cammino.</span><br /><br />• Attrezzatura utilizzata: <span style="font-style: italic;">Nikon D40, Nikkor 12-24 f/4.</span><br /><br />• Dati Exif: Lunghezza focale: <span style="font-style: italic;">12mm (su Dx) - Sensibilità ISO: 200 - Apertura diaframma: f/14 - Tempo di scatto: 1/250” - Modalità di scatto: M - Data dello scatto: 22/06/2009 - Ora dello scatto: 13:49.</span><br /><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-47750746634238434772011-06-16T13:07:00.004+02:002011-06-16T13:52:10.520+02:00Dreamerlandscape - Deep In Nature<div style="text-align: justify;">È con grande emozione che abbiamo il piacere di annunciarvi la pubblicazione del primo libro fotografico del Dreamerlandscape team. Si tratta di una raccolta fotografica che vede coinvolti quattro dei cinque membri del gruppo, una full immersion paesaggistica con un occhio di riguardo per il dettaglio. Il libro è dedicato al nostro pianeta e a tutti coloro che ci hanno seguito in questi anni e che speriamo gradiranno sfogliare e toccare con mano un po’ delle nostre opere più emozionanti. Enjoy!<br />Il libro è acquistabile nello store di Blurb.com:<br /><a id="yui_3_3_0_3_13082213733791092" href="http://www.blurb.com/bookstore/detail/2241380" rel="nofollow">www.blurb.com/bookstore/detail/2241380</a><br />Disponibile in due versioni, una più economica e una con carta speciale e sovracopertina. <span style="font-style: italic;font-size:85%;" >(Dreamerlandscape Team)</span><br /><br /><br />Qui sotto potete visionare l'anteprima del libro.<br /><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="width: 450px; text-align: center;"><object id="myWidget" type="application/x-shockwave-flash" data="http://www.blurb.com/assets/embed.swf?book_id=2241380&locale=en_US" width="450" height="300"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowScriptAccess" value="always"><param name="movie" value="http://www.blurb.com/assets/embed.swf?book_id=2241380&locale=en_US"><a target="_new" href="http://www.blurb.com/books/preview/2241380?ce=blurb_ew&utm_source=widget"><img style="width: 519px; height: 346px;" src="http://bookshow.blurb.com/bookshow/cache/P3053883/md/wcover_2.png" /></a></object><div style="display: block;"><a href="http://www.blurb.com/bookstore/detail/2241380?ce=blurb_ew&utm_source=widget" target="_blank" style="margin:12px 3px;">Dreamerlandscape by Fortunato Gatto, Salvo Orlando, Matteo Zanvettor, Mauro Tronto</a> | <a href="http://www.blurb.com/landing_pages/bookshow?ce=blurb_ew&utm_source=widget" target="_blank" style="margin:12px 3px;">Make Your Own Book</a></div></div></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-33851791641707132011-06-07T08:06:00.006+02:002011-06-07T09:33:24.128+02:00Un Raggio Di Sole - The Backstage<div style="text-align: justify;">Online il video del backstage di "Un Raggio Di Sole", l'ultima mia foto scattata sulle Pale di San Martino.<br /><br /><div style="text-align: center;"><br /><object type="application/x-shockwave-flash" data="http://www.flickr.com/apps/video/stewart.swf?v=71377" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" width="400" height="300"> <param name="flashvars" value="intl_lang=it-it&photo_secret=8b237005bd&photo_id=5807592478"> <param name="movie" value="http://www.flickr.com/apps/video/stewart.swf?v=71377"> <param name="bgcolor" value="#000000"> <param name="allowFullScreen" value="true"><embed type="application/x-shockwave-flash" src="http://www.flickr.com/apps/video/stewart.swf?v=71377" bgcolor="#000000" allowfullscreen="true" flashvars="intl_lang=it-it&photo_secret=8b237005bd&photo_id=5807592478" width="400" height="300"></embed></object><br /></div></div><div style="text-align: center;"><br /><br /><div style="text-align: justify;">Vuoi sapere com'è andata?<br /><br />La foto sarà online domani in anteprima su <a style="color: rgb(51, 102, 255);" href="http://www.dreamerlandscape.com/">www.dreamerlandscape.com</a>.<br /><br /></div></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-55452836066676479242011-05-31T16:19:00.002+02:002011-05-31T16:35:29.202+02:00Vanguard Alta+ 235AP<div style="text-align: justify;">Dopo più di un anno di utilizzo del treppiede Vanguard Alta+ 235AP, vorrei riassumere nelle righe a seguire tutte le considerazioni su questo cavalletto derivate dall’esperienza sul campo. Il treppiede è venduto in accoppiata con la testa panoramica Vanguard PH-22 di cui parlerò prossimamente.</div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/9881952.jpg?1305641554"><img src="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/9881952.jpg?1305641554" width="400" /></a><br /></div><br /><span style="font-weight: bold;">Caratteristiche principali</span><br />Peso: 1157 g - 1050 g senza colonna centrale<br />Altezza da chiuso: 40 cm<br />Altezza max: 120 cm - 106,5 cm senza colonna centrale<br />Altezza min: 10,3 cm senza colonna centrale - 21 cm con colonna centrale<br />Materiali di fabbricazione: lega di alluminio<br />Numero di sezioni: 5<br />Diametro gambe: 23 mm sezione prossimale; 10 mm sezione distale<br />Angolazione gambe: 0°, 25°, 50°, 80°<br />Portata massima: 3 kg<br />Prezzo: 139 euro (negozio)<br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-style: italic;">Dati forniti dalla casa costruttrice e controllati attraverso un metro rigido e una bilancia da cucina con errore pari a +/- 1 g.</span><br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/9508622.jpg?1305641586"><img src="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/9508622.jpg?1305641586" width="280" /></a><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-weight: bold;">Considerazioni</span><br />Le caratteristiche che saltano immediatamente all’occhio (che sono quelle che mi hanno portato a scegliere questo treppiede) sono il peso e le dimensioni. Per quanto riguarda il primo, i suoi poco più di 1000 g lo rendono uno strumento trasportabile pressoché ovunque; messo a confronto con altri modelli, sotto questo punto di vista ha davvero poco da invidiare. Se consideriamo poi il fatto che montare la nostra attrezzatura su uno strumento di peso inferiore ad 1 kg risulta essere anche rischioso per l’integrità dell’attrezzatura stessa e sicuramente non sufficientemente stabile per garantirci la performance desiderata, possiamo affermare che il Vaguard Alta+ 235AP è un’ottima scelta per chi cerca un treppiede leggero.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/1446990.jpg?1305641617"><img src="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/1446990.jpg?1305641617" width="400" /></a><br /></div><br /><br />Anche le dimensioni sono di indiscutibile interesse: da chiuso misura solamente 40 cm, il che lo rende facilmente inseribile in uno zaino da trekking (è fornita di serie anche una sacca a tracolla). Altro fattore da non sottovalutare è la possibilità di posizionare questo cavalletto anche nei posti in cui lo spazio non è molto: il diametro della circonferenza descritta alla massima apertura delle gambe è di soli 72 cm.<br />Altro punto a favore è dato dalla possibilità di orientamento indipendente delle gambe; il meccanismo è dotato di tre scatti intermedi che permettono un’apertura pari a 25°, 50° oppure 80°. Il pulsante di regolazione è preciso e ben studiato, garantendo la durata dello stesso. Anche le viti di serraggio del meccanismo sono facilmente accessibili e questo rende molto pratica la sua manutenzione.<br />Venendo poi ai materiali di costruzione, la lega di alluminio impiegata è garanzia di resistenza alle sollecitazioni. Inoltre, le gambe del treppiede sono ricoperte di un materiale isolante che permette di afferrarlo a mani nude anche a basse temperature. I tappi in gomma, nonostante siano stati sottoposti a numerose prove (fango, ghiaccio, sabbia, roccia, …), non mi hanno mai dato problemi, garantendo la giusta presa al cavalletto.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/788335.jpg?1305641656"><img src="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/788335.jpg?1305641656" width="400" /></a><br /></div><br /><br />Da non sottovalutare anche la possibilità di estrarre la colonna centrale per montarla al contrario: nonostante questo sistema comporti un’inevitabile difficoltà nella composizione della foto (fatta eccezione se si ha la possibilità di inquadrare sfruttando il sistema liveview sulle fotocamere digitali), ha il pregio di annullare l’altezza minima dal suolo, cosa utile non solo per la fotografia macro, ma anche per determinate circostanze della fotografia paesaggistica. Per chi, invece, trova “scomoda” questa alternativa, è possibile rimuovere, grazie ad un pulsante, la porzione finale della colonna centrale e fissarla al posto di quest’ultima: con l’opportuno adattatore fornito con il cavalletto, è possibile rendere compatibile la vite da 1/4” inserita in questo supporto con quelle da 3/8” delle teste più comuni. Quest’operazione permette, inoltre, di ridurre ulteriormente il peso del cavalletto a soli 1050 g.<br />In entrambi i casi sopra citati il treppiede risulta essere compatibile con le teste delle maggiori case costruttrici (attualmente uso il Vanguard Alta+ 235AP abbinato alla testa Manfrotto 492RC2).<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/5223681.jpg?1305641697"><img src="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/5223681.jpg?1305641697" width="280" /></a><br /></div><br /><br />Fino a qui abbiamo evidenziato le caratteristiche positive del treppiede; ma sicuramente a qualcosa avremmo dovuto rinunciare. Innanzitutto alla massima altezza raggiunta e alla relativa stabilità. Con i suoi 120 cm sfruttando oltretutto la colonna centrale, l’altezza massima è davvero poca. Senza considerare il fatto che il diametro della gamba distale è inferiore alla metà di quello della prossimale: 10 mm contro i 23 mm. Questo comporta un’inevitabile instabilità del sistema, rendendo praticamente inutilizzabile il treppiede ad un’altezza superiore a 70 cm.<br />Altro punto debole è la portata limitata dichiarata dalla casa costruttrice pari a soli 3 kg; anche se da poco, ho utilizzato il treppiede con la testa Manfrotto 498RC2, Nikon D700 e Nikkor 24-70/2.8 (il tutto ha un peso di circa 2,2 kg) senza che il cavalletto mostrasse segno di sofferenza, anche con le gambe a tutta apertura alla minima lunghezza (posizione in cui la resistenza è più precaria).<br />Ultimo punto, ma per questo non meno rilevante, è la sua scarsa reperibilità sul mercato: non sono molti i negozi che lo tengono così spesso si deve ricorrere all’acquisto online.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/4790240.jpg?1305641768"><img src="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/4790240.jpg?1305641768" width="400" /></a><br /></div><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Conclusioni</span><br />Ritengo il Vanguard Alta+ 235AP assolutamente una prima scelta per i fotografi paesaggisti che ricercano uno strumento versatile, affidabile, facilmente trasportabile e che annulli l’altezza minima dal suolo. Ciò che però dovremmo tener presente è che al peso leggero e alle dimensioni ridotte corrispondono una stabilità non garantita soprattutto se in presenza di forte vento e un’altezza massima davvero limitante.<br /></div></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-17790792377712533942011-05-27T16:19:00.005+02:002011-05-27T16:59:40.106+02:00photo.net<div style="text-align: justify;">Con molto piacere oggi sono venuto a conoscenza che <a href="http://photo.net/photodb/member-photos?user_id=5738042">il mio portfolio</a> su <a href="http://photo.net/">photo.net</a> è nella top 10!<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Precisamente è all'ottavo posto nella classifica dei Top Photographers dello scorso anno nella categoria Landscape!<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="https://lh3.googleusercontent.com/--kdWJuA0JCI/Td-0Tl4VsQI/AAAAAAAADS4/BWQAtvi3N0s/Appunti.jpg"><img src="https://lh3.googleusercontent.com/--kdWJuA0JCI/Td-0Tl4VsQI/AAAAAAAADS4/BWQAtvi3N0s/Appunti.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /><br /></div></div><div style="text-align: justify;">Colgo l'occasione per ringraziare di cuore tutti colore che hanno contribuito a perfezionare le mie conoscenze guidandomi passo passo nel mondo della fotografia!<br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-30544462879985774262011-05-17T11:28:00.003+02:002011-05-17T11:34:24.569+02:00My Light<div style="text-align: justify;">Qual è la prima immagine che vi viene in mente se vi si chiede di pensare alle Pale di San Martino? Sono sicuro che la stragrande maggioranza di voi, fotografi, fotoamatori o comunque amanti del paesaggio, starà visualizzando quella baita in legno e mattoni a vista specchiarsi sulle limpide acque del lago, circondata da alcune delle vette dolomitiche più famose (ed invidiate) al mondo mentre si tingono del magico colore dell’enrosadira. Ebbene sì, anch’io ho ceduto alla tentazione di immortalare questo angolo di paradiso: ma non stavo cercando di catturare la classica cartolina, la mia mente era a caccia di un elemento che potesse rendere in qualche modo diversa la foto.<br /><br />L’orientamento delle vette intorno alla Baita Segantini è a ovest: questo rende la location particolarmente adatta a catturare le guglie dolomitiche infuocarsi alla luce del tramonto. Ciò mi consentiva di spaziare con la mente in tutte le stagioni, alla ricerca sempre del mio fattore di “diversità ricercata”: alla fine avevo capito che ciò che poteva soddisfare le mie esigenze non poteva essere legato a qualcosa di assolutamente imprevedibile, ma doveva essere un fenomeno quanto meno ipotizzabile.<br /><br />Aspettai pazientemente il passare del tempo, recandomi ripetutamente sul luogo per studiarne al meglio le caratteristiche. Finalmente arrivò l’autunno: perché proprio questa stagione!? La risposta è molto semplice: l’autunno in quota porta la temperatura a scendere sotto gli 0°C, e questo nella mia mente voleva dire solamente una cosa … ghiaccio! Difficile, però, prevedere perfettamente il momento opportuno, infatti il primo anno ogni tentativo andò a vuoto. Ma il secondo anno fui più fortunato: alla quarta uscita, il 21 Ottobre 2010, si verificarono le condizioni da me ipotizzate. Il lago si presentava completamente ricoperto da una limpida veste di ghiaccio trasparente, l’aria aveva pulito il cielo all’orizzonte, garantendo la possibilità di catturare anche l’ultimo raggio di luce. Ma le foto al tramonto non saziarono la mia fame.<br /><br />Oltre al fattore ghiaccio, nella mia mente rullava un’altra parola: luna. In particolare una precisa circostanza legata alla luna e cioè quel momento in cui essa, sorta prima del tramonto, fa capolino dalle vette quando non è ancora notte.<br />Quella volta non calcolai perfettamente la coincidenza dei due eventi, anche se sapevo che più o meno era il giorno esatto; fu il caso che mi riservò questa piacevole sorpresa.<br />Vista l’insoddisfazione per le composizioni provate durante la sessione fotografica al tramonto, decisi ancora una volta di modificare il punto di ripresa: cercai di bilanciare il più possibile gli elementi all’interno della scena affinché la loro successione conducesse l’occhio dell’osservatore dal primo piano sino all’ultimo. Per bilanciare poi l’esposizione scelsi di utilizzare un filtro graduato neutro.<br /><br />Al tramonto l’atmosfera incantata era continuamente interrotta dagli schiamazzi degli altri spettatori che, come me, avevano scelto di assistere allo spettacolo in prima fila; ma una volta calato il sole, il vento freddo che soffiava da ovest, incuneandosi nella lunga valle del Travignolo, aveva fatto fuggire in fretta tutti … tutti tranne me.<br />La prima neve, che copriva i dolci pendii col suo candido e soffice manto, sembrava voler catturare tutta luce possibile per far risplendere ancora per un momento quelle magnifiche vette.<br /><br />Fu così che nacque la mia personale interpretazione di un luogo molto fotografato, in parte legata al caso, ma non meno alla perseveranza. Là, a quota 2170 m ove l’unico rumore udibile era la buonanotte sussurrata dal vento tra quelle vette impervie; là, ove il freddo stringeva in una stretta morsa la mia pelle; là ove la luna creava con i suoi raggi un gioco irripetibile di luce, la mia luce … "<span style="font-weight: bold; font-style: italic;">My Light</span>".<br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/828166_orig.jpg"><img src="http://enricogrottophotography.weebly.com/uploads/5/7/9/0/5790806/828166_orig.jpg" width="550" /></a><br /></div><br /><br /><br /><div style="text-align: justify;">DATI TECNICI<br /><br />• Location: <span style="font-style: italic;">Baita Segantini ai piedi delle Pale di San Martino, 2170 m s.l.m.; la location è raggiungibile a piedi da Passo Rolle seguendo il sentiero n°710 nei mesi da giugno a settembre; il resto dell’anno è percorribile con mezzi propri.</span><br /><br />• Attrezzatura utilizzata: <span style="font-style: italic;">Nikon D40, Nikkor 12-24 f/4, 0.6 ND Grad Hard Lee, Treppiede Vanguard Alta+235AP, Testa a tre vie Vanguard PH-22, Scatto remoto, Cronometro.</span><br /><br />• Dati Exif: <span style="font-style: italic;">Lunghezza focale: 12mm (su Dx) - Sensibilità ISO: 200 - Apertura diaframma: f/11 - Tempo di scatto: 541,6” - Modalità di scatto: M - Data dello scatto: 21/10/2010 - Ora dello scatto: 20:30.</span><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-42866107518537939512011-05-16T16:59:00.000+02:002011-05-16T17:00:27.052+02:00<strong><em> Convalido l'iscrizione di questo blog al servizio Paperblog sotto lo pseudonimo enricogrotto</em></strong>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-15359416689261980892011-04-07T20:26:00.003+02:002011-04-07T20:39:09.683+02:00Filtri Graduati NeutriNon tutti li apprezzano, ma chi impara ad usarli molto difficilmente si separe da loro... Bisogna conoscerli approfonditamente per poterne ricavare la best performance. Sono i filtri graduati neutri o meglio noti come GND (Graduated Natural Density): uno di quegli oggetti che difficilmente manca nell'attrezzatura dei fotografi paesaggisti.<br /><div style="text-align: justify;"><br />Vi suggerisco di leggere l'ultimo articolo postato sul sito <a href="http://www.dreamerlandscape.com/">Dreamerlandscape</a> da <a href="http://www.fortunatophotography.com/">Fortunato Gatto</a> per scoprire qualche piccolo segreto sull'uso dei filtri nelle differenti situazioni di luce in cui si trova spesso a scattare il fotografo paesaggista.<br /><br />Cliccate sul link sottostante per leggere l'articolo:<br /><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><a style="font-weight: bold;" href="http://www.dreamerlandscape.com/articles/25/">Filtri Graduati</a><br /><br /><br /></span><img style="cursor: pointer; width: 156px; height: 53px;" src="http://lh3.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TTsUcvBhPpI/AAAAAAAADRg/cPGVJ4TECHE/Appunti01.jpg" alt="" border="0" /><br /><span style="font-size:130%;"><br /></span></div></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-36231394147716216332011-02-26T09:44:00.003+01:002011-02-26T10:02:39.333+01:00Il Faro di Bibione<span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 102, 255);font-size:130%;" >In gita al mare</span><br /><br /><div style="text-align: justify;">Approfittando di un'avvicinamente forzato al mare per visionare un Nikkor 60/2.8, ho sfruttato l'occasione per un paio di foto al tramonto. La location prestabilita era il faro di Bibione.<br /><br />Non conoscendo la zona, ho seguito le indicazioni per il faro che si incontrano all'ingresso in città... dopo pochi km si arriva in prossimità dell'argine che si segue fino al faro: da qui però è necessario proseguire a piedi! Non so se andando fino alla costa e risalengo lungo la spiaggia sia meglio, ma vi assicuro che la strada che ho percorso io è interminabile!! Mai più!!<br /><br />Il faro di per sè non costituisce a mio avviso un elemento di particolare interesse: l'edificio è piuttosto antiestetico. Fu costruito sulla foce del fiume Tagliamento a inizio Novecento; del colore bianco originario ormai c'è solo il ricordo. Bisogna spezzare una lancia a suo favore però: la sua posizione lo rende ottimale per foto sia al tramonto che all'alba durante il periodo invernale (il migliore dal mio punto di vista per ritrarre questo elemento). D'estate invece il sole cala sulla terra ferma, e ciò rende la location poco appetibile per il tramonto.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www2.nital.it/uploads/ori/201011/gallery_4cf52bf892813_0053.jpg"><img src="http://www2.nital.it/uploads/ori/201011/gallery_4cf52bf892813_0053.jpg" width="280" /></a><br /></div><br /><br />Essendo proprio sulla foce del fiume, la spiaggia d'inverno è coperta di tutto: tronchi, rami, rifiuti... è quasi difficile muoversi in alcuni punti. A volte questi elementi possono tornare utili per ottimizzare la composizione...<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201102/gallery_4d68c082dda6d_MAR002.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201102/gallery_4d68c082dda6d_MAR002.jpg" width="400" /></a><br /></div><br /><br /><span style="font-style: italic;">I dati exif sono consultabili scaricando le foto.</span><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-28940414950878769682011-02-02T17:38:00.004+01:002011-02-03T18:15:19.279+01:00Alba al San Pellegrino<div style="text-align: justify;"><span style="color: rgb(51, 51, 255); font-weight: bold;font-size:130%;" >Riflessi tra il ghiaccio</span><br /><br />06/11/2010 - Il freddo era arrivato. Sapevo che il lago era completamente ghiacciato già da alcuni giorni e che la sua superficie non consentiva nessuna textutre. C'era un punto però in cui forse avrei potuto realizzare ciò che immaginavo nella mia mente.<br /><br />Ero passato per il Passo San Pellegrino in estate di rientro da un'escursione sul Catinaccio; così ne approfittai per fare un sopralluogo in una location che da tempo avevo adocchiato: il Lago San Pellegrino (1886m slm), piccolo specchio d'acqua sulla cui superficie si riflette la vetta di Cima dell'Uomo (3010m slm).<br />La sveglia suonò ad un'ora improponibile, ma non conoscendo la condizione che avrei trovato sui passi e in loco ho preferito tenermi un margine di sicurezza. Il cielo in pianura era coperto, nemmeno una stella! Ma superata Fiera di Primiero all'altezza dei tornanti prima di arrivare a S. Martino di Castrozza sbucai dalla fitta coltre di nuvole!! Lo scenario si intravvedeva a malapena, la notte e l'assenza della luna celavano lo spettacolo nell'oscurità. Ma non era questa la mia meta, così mi affrettai a ripartire... Per fortuna le strade erano perfette, così arrivai a destinazione con largo anticipo.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Dopo essermi vestito a puntino, ho messo in spalla treppiede e zaino fotografico e sono sceso al lago. Come mi aspettavo, la superficie era completamente ricoperta dal ghiaccio, troppo fino per sorreggere il peso di una persona, ma con un'uniforme patina bianca sopra.<br />Sconsolato mi apprestai a raggiungere il luogo designato e con enorme sorpresa scoprii che il quel punto delle lame si insinuavano nel lago garantendo la possibilità di avere un minimo riflesso. In fretta montai sul treppiede la mia fidata D40, Nikkor 12-24 e filtri Lee! Ma non riuscivo a trovare il modo per sfruttare al meglio (compositivamente parlando) quella situazione. Il cielo era limpidissimo, i larici lungo le sponde celavano le strutture alberghiere del passo. In primo piano però avevo davvero poche scelte: data la lontananza della vetta era necessario un'inquadratura verticale.<br /><br />Per la prima cartuccia decisi per una sgrandangolata spinta a tutta: 12mm inserendo in primo piano dei ciuffi d'erba di colore verde scintillante che parzialmente si trovavano sotto la superficie gelata (per raggiungerli sono stato costretto ad entrare in acqua e non avevo gli stivali!); il secondo piano poi si creava da sé, una "S" nel ghiaccio garantiva il riflesso delle cime baciate ormai dalla prima luce...<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www1.nital.it/uploads/ori/201011/gallery_4cdad26998472_0050.jpg"><img src="http://www1.nital.it/uploads/ori/201011/gallery_4cdad26998472_0050.jpg" width="280" /></a><br /></div><br /><br />Poco più in là, invece, il riflesso delle vette era protetto da un geligo abbraccio; qui per dar maggior risalto alla situazione decisi di sfruttare lo zoom con un'inquadratura più stretta: 24mm per far entrare solo gli elementi essenziali.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www1.nital.it/uploads/ori/201011/gallery_4cdabae894c9e_0048.jpg"><img src="http://www1.nital.it/uploads/ori/201011/gallery_4cdabae894c9e_0048.jpg" width="280" /></a><br /></div><br /><br />Il momento magico era finito in pochi minuti, ma il calore dell'emozione che mi aveva regalato era più che sufficiente per non sentire i piedi bagnati nella neve, almeno fino alla macchina!!<br />Poi quando tutti si stavano per svegliare, ho messo in moto per rincasare...<br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-59090322750103922412011-01-22T18:28:00.008+01:002011-01-30T17:00:00.349+01:00DreamerLandscape<div style="text-align: justify;">Stento ancora a realizzare la cosa al 100%, forse perchè ho sempre visto i Dreamerlandscape come un punto di riferimento, ma non posso nascondere la felicità per essere entrato a far parte del Team.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a href="http://www.dreamerlandscape.com/"><img src="http://lh3.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TTsUcvBhPpI/AAAAAAAADRg/cPGVJ4TECHE/Appunti01.jpg" /></a><br /><br /><br /><div style="text-align: justify;">Presto sul sito Dreamerlandscape usciranno le mie foto e l'intervista.<br /><br /><span style="font-style: italic;">Grazie a Fortunato, Matteo, Salvo e Mauro per l'innaspettata proposta!! E un grazie di cuore a tutti colore che mi hanno sempre aiutato a crescere nella mia passione.</span><br /><br />Enrico<br /><div style="text-align: center;">_____________________________________________________________________<br /></div><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Sono online la mia intervista (</span><a style="color: rgb(51, 255, 51);" href="http://www.dreamerlandscape.com/articles/21/">qui</a><span style="color: rgb(51, 255, 51);">) e le mie foto (</span><a style="color: rgb(51, 255, 51);" href="http://www.dreamerlandscape.com/gallery/">qui</a><span style="color: rgb(51, 255, 51);">).</span><br /><br /></div></div></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-24828639624823900402011-01-19T19:30:00.002+01:002011-01-19T20:11:59.166+01:00Pale di San Martino di Castrozza e Baita Segantini<span style="font-weight: bold; font-style: italic; color: rgb(51, 102, 255);font-size:130%;" >Quando succede ciò che non pensavi...</span><br /><br /><div style="text-align: justify;">Location strafotografata (e da me tanto poco amata), Baita Segantini ai piedi delle Pale di San Martino di Castrozza (Dolomiti). Nei giorni precedenti era caduta la prima neve, le temperature sotto la media stagionale avevano gelato la superficie del laghetto (quella sera il termometro segnava -4°C). Dopo la serie di scatti al tramonto decido di aspettare il sorgere della luna. Sono un amante del diaframma molto chiuso e, per ottenere al più la stella della luna al sorgere dalle vette, avrei dovuto tenerlo chiuso almeno ad f/16. Dopo il primo scatto di prova, però (per fortuna che l'era del digitale lo permette...), mi sono reso conto che la parte inferiore relativa al lago ghiacciato era decisamente sottoesposta!!! Così ho deciso di fare la pazzia di montare lo 0.6 ND Grad Hard Lee. Il secondo scatto di prova era perfettamente esposto, non si vedeva neppure il passaggio del filtro!!Per tenere fede ai miei piani, esporre correttamente e contenere il tempo di esposizione avrei dovuto alzare notevolmente gli ISO (circa ISO 800), cosa che la Nikon D40 non concede assolutamente!! Così sono stato costretto a rinunciare ai miei piani iniziali, aprire il diaframma a f/11 ed esporre per circa 13'. Fatta partire la foto con lo scatto remoto, ho tenuto aperto il diaframma per circa 9 minuti, finchè la luna non è sorta dalle vette. Ho deciso di stoppare la posa per evitare di avere una zona sovraesposta e recuperare lo stop mancante in pp. Nuvole e vento hanno completato l'opera.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www1.nital.it/uploads/ori/201011/gallery_4cdabf9530253_0049.jpg"><img src="http://www1.nital.it/uploads/ori/201011/gallery_4cdabf9530253_0049.jpg" width="400" /></a><br /></div><br /><br />Di seguito riporto gli scatti al tramonto; per provare delle panoramiche ho perso una ghiotta occasione...<br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www2.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cc2e535416e7_0041.jpg"><img src="http://www2.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cc2e535416e7_0041.jpg" width="400" /></a><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www2.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cc2e53ac84d8_0042.jpg"><img src="http://www2.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cc2e53ac84d8_0042.jpg" width="400" /></a><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www2.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cc2e542b102b_0043.jpg"><img src="http://www2.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cc2e542b102b_0043.jpg" width="400" /></a><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Le nuvole alle mie spalle dopo il calar del sole si sono infuocate; la texture sul ghiaccio era fantastica ma lo strato era troppo sottile per reggere il mio peso (circa un 100kg =D); così dopo aver rischiato di finire in acqua, mi sono accontentato di uno scatto dalla riva...<br /></div><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www2.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cc5d9450e4f9_0045.jpg"><img src="http://www2.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cc5d9450e4f9_0045.jpg" width="400" /></a><br /></div><br /></div><br /><span style="font-style: italic;">I dati exif sono consultabili scaricando le foto.</span>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-1446792449801195582010-12-05T15:03:00.003+01:002010-12-05T16:13:31.285+01:00Convertire le foto di paesaggio in bianco e nero<div style="text-align: justify;">05/12/2010. Sono sempre stato affascinato dai paesaggi in bianco e nero (BN) e ho sempre ritenuto molto complesso ottenere dei buoni risultati.<br /><div style="text-align: justify;">La cosa fondamentale per ottenere un buon BN è la luce e quindi la fase di scatto! Ma anche la fase di sviluppo è importante per dare alla nostra foto quel tocco che la contraddistingua.<br /></div><br /><br />Queste poche righe le dedicherò alla seconda parte del processo, appunto lo sviluppo al pc.<br />Per chi fotografa o ha intenzione di fotografare prevalentemente in BN, consiglio l'acquisto dell'ottimo plugin di Photoshop Silver Efex Pro: non l'ho ancora provato purtroppo, ma non ho mai sentito una lamentela da chi lo usa abitualmente e con ottimi risultati.<br />Personalmente per convertire in BN le mie foto utilizzo il seguente metodo (software di sviluppo: <span style="font-style: italic;">Photoshop CS4 in italiano</span>):<br /><br />Aprire la foto da convertire; prendiamo come esempio il seguente paesaggio:<br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://lh3.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPubxf2SkMI/AAAAAAAADQU/qqE4yKKKZl4/DSC_0118.jpg"><img src="http://lh3.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPubxf2SkMI/AAAAAAAADQU/qqE4yKKKZl4/DSC_0118.jpg" width="280" /></a><br /></div><br />Dalla barra di selezione, accedere al menu <span style="font-style: italic;">Immagine </span><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:trackmoves/> <w:trackformatting/> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:donotpromoteqf/> <w:lidthemeother>IT</w:LidThemeOther> <w:lidthemeasian>ZH-TW</w:LidThemeAsian> <w:lidthemecomplexscript>HE</w:LidThemeComplexScript> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> <w:splitpgbreakandparamark/> <w:dontvertaligncellwithsp/> <w:dontbreakconstrainedforcedtables/> <w:dontvertalignintxbx/> <w:word11kerningpairs/> <w:cachedcolbalance/> <w:usefelayout/> </w:Compatibility> 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style="font-style: italic;">Fusione</span> l'opzione <span style="font-style: italic;">Normale</span>:<br /><br /><div style="text-align: center;"><img src="http://lh3.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPukQE4r_ZI/AAAAAAAADQg/IAj6_j4Yb9U/Appunti04.jpg" width="400" /><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div><div style="text-align: justify;">Lasciare l'<span style="font-style: italic;">Opacità</span> al <span style="font-style: italic;">100%</span>.<br /><br />Avremo così convertito la nostra foto iniziale sfruttando esclusivamente il canale del rosso, rendendo il risultato <span style="font-style: italic;">simile</span> a quello ottenibile con un filtro IR (o con reflex opportunamente modificata) al momento dello scatto. La differenza nel contrasto è immediata se paragonata all'operazione comunemente svolta per convertire le foto dal colore al BN e cioè desaturando semplicemente. Ecco un esempio dei due risultati senza nessun'altro intervento di pp (a sinistra l'immagine desaturata, e destra quella con la selezione del canale del rosso):<br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://lh4.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPumfRQ_WMI/AAAAAAAADQs/f236N3WErik/DSC_0118_bn_des.jpg"><img src="http://lh4.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPumfRQ_WMI/AAAAAAAADQs/f236N3WErik/DSC_0118_bn_des.jpg" width="280" /></a> <a class="lightwindow" href="http://lh6.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPum17ujFOI/AAAAAAAADQw/SQQtTT8TT0A/DSC_0118_bn_ros.jpg"><img src="http://lh6.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPum17ujFOI/AAAAAAAADQw/SQQtTT8TT0A/DSC_0118_bn_ros.jpg" width="280" /></a><br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Arrivati a questo punto mancano gli ultimi dettagli e la foto è pronta.<br />La prima operazione da svolgere è la revisione della curva; di seguito la curva impostata per la conversione della foto presa in considerazione:<br /><br /><div style="text-align: center;"><img src="http://lh4.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPubxLtswjI/AAAAAAAADQM/Baraa0wcEjs/Appunti01.jpg" width="400" /><br /><br /><div style="text-align: justify;">Per aumentare il contrasto localmente e finire così il nostro lavoro è possibile utilizzare i pennelli <span style="font-style: italic;">Brucia</span> (chiudendo i <span style="font-style: italic;">mezzitoni</span>) e <span style="font-style: italic;">Scherma</span> (aumentando la luminosità delle<span style="font-style: italic;"> luci</span>) ove necessario: consiglio sempre di utilizzare pennelli con diametro sui 400-500 px, durezza 0% ed esposizioni non superiori al 10%.<br /><br />Questo il risultato finale:<br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://lh5.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPubxQbocNI/AAAAAAAADQY/EWTy7RDtfkE/DSC_0118_bn.jpg"><img src="http://lh5.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPubxQbocNI/AAAAAAAADQY/EWTy7RDtfkE/DSC_0118_bn.jpg" width="280" /></a><br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Tengo a sottolineare che non tutti i paesaggi possono essere convertiti con questa tecnica. Di seguito riporto un altro scatto ottenuto utilizzando lo stesso procedimento.<br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://lh6.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPupnfQZ47I/AAAAAAAADQ0/Xk5Wh-LQTGw/0055.jpg"><img src="http://lh6.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TPupnfQZ47I/AAAAAAAADQ0/Xk5Wh-LQTGw/0055.jpg" width="280" /></a><br /></div><br />I dati exif delle foto possono essere consultati scaricando l'immagine.<br /><br /></div></div></div></div></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-25535752293325505402010-11-18T16:19:00.004+01:002010-11-18T18:43:28.638+01:00Benvenuti Nel Mio Mondo, Pale di S. Martino di Castrozza - Dolomiti<span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 51, 255);font-size:130%;" >Riflessioni Paesaggistiche</span><br /><br /><div style="text-align: justify;">18/11/2010. Benvenuti nel mio mondo!! ...anche se la foto risale a qualche settimana fa, prima che la neve coprisse questi pendii... e finché è neve è più che benvenuta!!<span style="font-style: italic;"> (chi conosce le vicissitudini attuali di questi luoghi capirà il perchè di questa mia affermazione!)</span><br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201011/gallery_4ce542688a52b_0039.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201011/gallery_4ce542688a52b_0039.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center; color: rgb(255, 204, 153);"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" >Nikon D40, Nikkor 12-24 f/4 a12mm, f/16, ISO 200, 1/1.3"-1.3", 0.9 ND Grad Soft Lee, Treppiede</span><br /></div><br /><br />Voglio sfruttare l'occasione per effettuare un paio di osservazioni riguardo al paesaggio, anzi più correttamente al mio modo di intenderlo.<br /><br />I due aspetti fondamentali su cui mi baso prima di scattare ogni mia fotografia sono i seguenti:<br /><br />- l'esaltazione del luogo;<br />- l'espressione delle emozioni provate.<br /><br />Non sempre questi due aspetti sono presenti nelle mie foto, non sempre si riescono a fondere e ad amalgamare; a volte mi trovo a dover scegliere quale delle due linee di pensiero seguire.<br />Per ottenere un risultato che soddisfi quanto appena detto, ritengo fondamentali i seguenti passaggi:<br />- scelta di un luogo di interesse;<br />- scelta della condizione climatica/meteorologica più adeguata;<br />- valutazione attenta della composizione.<br />Giocando con questi tre ingredienti il risultato sarà volto maggiormente alla soddisfazione della prima o della seconda linea di pensiero.<br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(255, 255, 153);">Scegliere un luogo di interesse</span><br />Come è possibile capire se un luogo è interessante o no?? Beh, non esiste alcun parametro oggettivo che possa definire questa qualità. Siamo noi gli unici arbitri in questa partita! Tanto per fare un esempio restando nel mondo a me più vicino: chi non conosce le Tre Cime di Lavaredo!? Tutti lo potrebbero definire un luogo <span style="font-style: italic;">interessante</span> e assolutamente da <span style="font-style: italic;">vivere</span>! Tutti forse, tranne me!! Sarà per l'enorme presenza di turisti, sarà perchè è un luogo più che inflazionato da un punto di vista fotografico... non so risponedere, ma anche se mi pagaste per andarci, forse direi di no e sceglierei un'altra meta.<br />Spesso mi trovo a girovagare su internet o a sfogliare riviste in cerca di luoghi che richiamino il mio interesse. E questo non è tanto legato alla fama del posto... è legato esclusivamente alle mie emozioni! Infatti prima di capire definitivamente se un luogo può essere scelto come location fotografica, lo devo <span style="font-style: italic;">vivere</span> in prima persona!<br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(255, 255, 153);">Scegliere la condizione climatica/meteorologica</span><br />Qui le cose si complicano... la mia scelta di solito è strettamente legata alle due linee di pensiero sopra citate: esaltazione del luogo o delle emozioni. Anche qui non esiste nessuna regola che possa definire questo parametro, ma in linea di massima possiamo affermare che per il primo fine la luce di mezzogiorno di piena estate non sarà mai la migliore... per il seondo non si sa mai!! ;-)<br />Proviamo a fare un paio di esempi, magari la cosa è più chiara:<br />- <span style="font-style: italic;">Lacrime dal cielo, fiori dalla terra</span>:<br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://lh5.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TBxrbMscBDI/AAAAAAAAC7g/SAzIXBNntgM/DSC_0072.jpg"><img src="http://lh5.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TBxrbMscBDI/AAAAAAAAC7g/SAzIXBNntgM/DSC_0072.jpg" width="200" /></a><br /></div><br />La foto rappresenta i prati in fiore del versante sud-est di Cima Palon, mentre sullo sfondo è possibile scorgere la parete nord del Monte Forni Alti solcata dalla Strada degli Scarubbi (massiccio del Pasubio). Sono passato di qui numerose volte: penso di non essermi nemmeno mai fermato per provare una foto!! Eppure quel luogo destava in me una forte attrazione... ciò che mi legava maggiormente a questi pendii era la memoria dei caduti di guerra, ma i vari monumenti eretti in memoria dei soldati non rispecchiavano le mie emozioni. Quando quel giorno si accostarono la ricca fioritura primaverile e il temporale in arrivo, non esitai un momento a fermarmi (rischiando non poco, il Pasubio non perdona!) per congelare quell'attimo!! Era proprio ciò che rappresentava il mio stato d'animo, un omaggio offerto dalla Natura a quelle vite spezzate. In questo caso non era una vetta o una baia che catturava il mio interesse, erano i sentimenti legati alla storia di quel luogo.<br /><br />- <span style="font-style: italic;">Benvenuti nel mio mondo</span>:<br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201011/gallery_4ce542688a52b_0039.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201011/gallery_4ce542688a52b_0039.jpg" width="200" /></a><br /></div><br />In questo caso invece era mio preciso interesse esaltare l'unicità del luogo: uno specchio d'acqua ai piedi della Cima Cavallazza in cui si riflette la parete ovest del Cimon della Pala e le altre vette circostanti del gruppo delle Pale di S. Martino di Castrozza. Qui ho scelto una <span style="font-style: italic;">buona luce</span>, quella del tramonto, ma, anche se il tramonto non è stato dei migliori visti da queste sponde, sono molto legato alla foto che per me rappresenta l'unicità del posto e del perchè io lo consideri il mio angolo di paradiso in cui rifugiarmi appena possibile!<br /><br />Altro consiglio che mi sento di dare è di non fare sempre affidamento sulle previsioni del tempo, ultimamente non ci azzeccano molto =D scherzi a parte, personalmente faccio molto più affidamento sulle immagini delle webcam (se presenti e se possibile), sulla conoscenza del clima del luogo (specialmente per la fotografia paesaggistica di montagna) e in ultimo sulle previsioni meteo elaborate localmente. Avere una conoscenza di base di meteorologia lo reputo fondamentale!!<br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(255, 255, 153);">Comporre una fotografia</span><br />Spesso non appena il nostro occhio scorge un dettaglio interessante, prendiamo in mano la nostra macchina fotografica e la ruotiamo per capire se sia meglio un taglio verticale oppure orrizontale, senza curare troppo gli elementi che lo circondano. Ovvio che se il momento è <span style="font-style: italic;">unico</span> dovremmo sfruttarlo al volo perchè sappiamo che potremmo perdere l'attimo buono... ma anche in questo caso soffermarsi alcuni secondi prima di scattare può essere ciò che fa la differenza. Vi invito a calcolare attenamente la vostra composizione. La scelta del taglio è strettamente legata allo studio che fate del luogo, degli elementi che lo caratterizzano e che hanno portato il vostro occhio a soffermarsi su di essi. Solo armonizzando tali elementi dal primo all'ultimo piano riusciremo ad equilibrare la composizione. Tagliare elementi che stimolano l'inetresse del nostro occhio e/o relegarli troppo ai lati non è mai buona cosa. Sfruttare la regola dei terzi può essere d'aiuto, ma questa non è una legge!!! Sentitevi liberi di infrangerla se la cosa è funzionale al vostro intento ;-)<br />Di note sul come comporre una foto poi se ne trovano un'infinità in internet...<br /><br /><br /><br /><br /><br />In questi giorni mi è arrivata l'Agenda del CAI 2011 interamente dedicata alle Dolomiti - Patrimonio dell'Umanità.<br />Voglio riportare di seguito un piccolo estratto dell'introduzione scritta da Sandro Furlanis, Emiliano Oddone e Ginluca Piccin di <a href="http://www.dolomitiproject.it/">Dolomiti Project</a>:<br /><br /><br /><br />"[...] <span style="font-weight: bold; color: rgb(255, 153, 102);">DOLOMITI UNESCO - ECCEZIONALITA' ESTETICO-PAESAGGISTICHE</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">vii) contenere fenomeni naturali superlativi o aree di bellezza naturale eccezionale e di importanza estetica</span> <span style="font-style: italic;">(è uno dei criteri soddisfatti dalle Dolomiti per essere ritenute parte del Bene Unesco)</span><br />L'osservatore fa parte del Paesaggio. Il Paesaggio è in pratica la scena in cui si raffigura la teatralizzazione della vita. Si può recitare in funzione del rispetto dei contenuti della scena, rafforzando il messaggio dell'opera e rendendola armoniosa; oppure si può recitare distruggendo e modificando in maniera dissennata la scena, indebolendo il messaggio ed interrompendone l'armonia. Gli essere umani sono ciò che incontrano; siamo anche i paesaggi che abbiami vissuto, VIAGGI COMPRESI.<br />- <span style="font-weight: bold;">IL PAESAGGIO HA UNA QUANRTA DIMENSIONE: IL TEMPO! NEL PAESAGGIO SI ISCRIVONO ATTRAVERSO AVVINCENTI SOVRAPPOSIZIONI LE STORIE DELLA TERRA E DEGLI ESSERE UMANI.</span><br />Le linee contenute nel paesaggio sono familiari. I nostri paesaggi hanno assistito alla nostra nascita, alla nostra crescita, ai momenti di gioia e di sofferenza, a tutto ciò che siamo e sentiamo; è come se il paesaggio e i suoi elementi ci conoscessero.<br />Il paesaggio non racchiude semplici linee, ma elementi che raccolgono storie, frequentazioni diverse, avventure, ispirazioni di singoli e di gruppi. La dimensione temporale del paesaggio rende importante il confronto con il PASSATO (recuperando la cultura locale che contiene secoli di storia di armonizzazione del rapposrto tra essere umano e ambiente) e paritariamente introduce il FUTURO (la conservazione è volta alle generazioni future). [...]"<br /><br /><br /><br />Credo che in queste parole sia racchiuso l'ulteriore elemento che spesso ricerco soprattutto nei miei scatti sulle Dolomiti... la FRAGILE UNICITA' di questi luoghi...<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><span style="font-style: italic;">Colgo l'occasione per ringraziare </span><a style="font-style: italic;" href="http://www.lucagiustozzi.com/">Luca</a><span style="font-style: italic;"> e <a href="http://www.flickr.com/photos/23135564@N00">Marika</a> per le belle ore trascorse sulle rive di questo specchio d'acqua... dedicata a voi!!</span><br /><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-35002031570947709782010-11-07T15:33:00.005+01:002011-01-30T17:01:47.457+01:00Meridiani Montagne n°47 - Piccole Dolomiti<span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 51, 255);font-size:130%;" >Pubblicazione foto: "Lacrime Dal Cielo, Fiori Dalla Terra..."</span><br /><br /><div style="text-align: justify;">07/11/2010. In edicola il n°47 di Meridiani Montagne, una monografia dedicata completamente alle Piccole Dolomiti!!<br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><img style="width: 607px; height: 439px;" src="http://farm5.static.flickr.com/4031/5153370213_7d7f631dce_o.jpg" /><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Sono stato contattato da Martino Varisco, Art Director della rivista, per la reallizzazione della monografia. La scelta della redazione è caduta sulla foto a cui più sono legato tra quelle scattate tra le vette del mio territorio: "Lacrime Dal Cielo, Fiori Dalla Terra...". La foto era stata realizzata a giugno 2009, durante un temporale primaverile che mi sorprese sulle vette del Pasubio. Ritengo che la condizione climatica e atmosferica di questa foto siano tra le più particolari in cui mi sono imbattuto e sono riuscito ad imprimere sul sensore della mia fidatissima Nikon D40 che anche in quella occasione non mi tradì!<br /></div><br />Di seguito la foto selezionata:<br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://lh5.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TBxrbMscBDI/AAAAAAAAC7g/SAzIXBNntgM/DSC_0072.jpg"><img src="http://lh5.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TBxrbMscBDI/AAAAAAAAC7g/SAzIXBNntgM/DSC_0072.jpg" width="280" /></a><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Un ringraziamento di cuore a tutti coloro che con costanza mi hanno seguito e aiutato permettendomi col tempo di migliorarmi e imparare qualcosa...<br /><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-4338959189468557412010-10-30T11:30:00.003+02:002010-10-30T12:06:48.778+02:00Gita Autunnale nel ParcoPAN - Dolomiti<span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(255, 255, 0);">La magia a colori</span></span><br /><br /><div style="text-align: justify;">Approfittando di un giorno di ferie, ho caricato l'attrezzatura in auto: obiettivo scoprire nuove location per fotografare le mie amate vette (Pale di San Martino di Castrozza).<br /><br />Giunto nei pressi del Lago Schener (circa 650m slm) ho accostato di fretta l'auto: la sua superficie era quasi completamente coperta da una fitta coltre di nebbia. Il tempo di prendere in mano la reflex dal bagagliaio e scendere lungo le ripide rive del lago e la magia era già svanita (purtroppo).<br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4ccbe19919685_0036.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4ccbe19919685_0036.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" ><span style="font-style: italic;">Nikon D40, Nikkor 55-200mm f/4-5.6, Treppiede</span></span><br /></div><br /><br />Così sono risalito in auto e arrivato a Fiera di Primiero ho deviato per la Val Canali. Al parcheggio del Cant de Gal non c'era nessuno, il silenzio arricchiva la maestosità dei campanili e delle torri che mi circondavano. Qui mi sono avviato lungo il torrente e ho avuto la fortuna di scoprire un paio di posti relativamente interessanti... spero presto di riuscire a proporvi qualche lavoro! ;-P<br /><br />Dopo aver pranzato all'ottima cucina offerta dal Cant de Gal, sono ripartito verso il Passo Rolle per capire la situazione; forti giochi di luce ed ombra caratterizzano il paesaggio intorno a me dettati dalle nubi che andavano e venivano senza preavviso. Conosco il luogo e subito capii che quella sera si sarebbe potuta presentare l'occasione di un buon tramonto! Contatto così l'amico Angelo che dopo qualche ora mi raggiunse. Insieme ci siamo addentrati nella fitta coltre di nebbia che nascondeva alla nostra vista le Pale. Arrivati in prossimità della Baita Segantini (2180m slm) abbiamo lasciato le auto e abbiamo deciso di portarci ai piedi della Costazza nella speranza che la luce fosse dalla nostra!!<br /><br />Abbiamo faticato non poco a trovare elementi di interesse su cui costruire una buona composizione; il tempo a nostra disposizione poi era davvero poco e ci siamo dovuti accontentare di quel che passava il convento!! La luce in un lampo indondò i nostri cuori: davanti ai miei occhi si stava materializzando uno dei tramonti più affascinanti a cui io abbia mai assistito!<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4ccbe1a5d61f9_0037.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4ccbe1a5d61f9_0037.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Nikon D40, Nikkor 12-24mm f/4, 0.9 ND Grad Soft Lee, Treppiede</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4ccbe19cb6b41_0038.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4ccbe19cb6b41_0038.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Nikon D40, Nikkor 12-24mm f/4, 0.9 ND Grad Soft Lee, Treppiede</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Con l'amaro in bocca per non esser riusciti a sfruttare l'occasione al 110%, siamo tornati in macchina speranzosi di aver portato a casa almeno qualcosa di decente!! Di sicuro da questa esperienza ho imparato come "ovviare" al problema della nebbia che mi ha fatto sfumare più di qualche occasione... volete saperlo?! è più semplice di quel che si possa credere!! Pensateci... ;-)<br /><br /><span style="font-style: italic;">Grazie Angelo per la bella serata insieme!! Avanzi anche una cena!!</span> =D<br /><br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(153, 255, 153);">Note Tecniche</span><br />Grazie all'amico Angelo, abbiamo confrontato due tra i più diffusi sistemi di filtri: Lee e Hitech. Gli scatti sono stati eseguiti da Angelo con Canon 5D e 17-40mm L. Abbiamo dedotto la buona qualità di entrambe le marche, con una restituzione di tonalità più calde da parte della Lee. Sicuramente a vantaggio di quest'ultima, invece, il sistema portafiltri (Foundation Kit) un holder davvero versatile.<br /><br /><span style="font-style: italic;">Scaricando le foto è possibile visualizzare i dati exif. Le foto sono praticamente così come sfornate dalla D40.</span><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-49114473023254443162010-10-06T10:25:00.004+02:002010-10-06T13:47:01.166+02:00Test Big Stopper Lee - Chiesa di San Michele, Brendola (VI)<div style="text-align: justify;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 102, 255); font-style: italic;font-size:130%;" >Test sul campo...</span><br /><br />05/10/2010. Approfittando di una serata tranquilla, prima di cena mi sono recato a Brendola (VI) con l'intento di salire al castello per il tramonto: obiettivo testare il filtro ND "Big Stopper" della Lee sul campo nelle condizioni di luce più critiche. Arrivato sul posto, però, sono stato costretto a modificare i miei piani: infatti il castello era inagibile!! Così sono sceso malvolentieri nella piazzetta antistante la chiesa di San Michele, inaugurata nella versione attuale nel 1890, ma costruita sfruttando le fondamenta di edifici del VI-VII secolo.<br /><br /><br />Venendo al nostro filtro, riporto di seguito le caratteristiche principali:<br /><br />- Categoria: filtro Netural Density (ND)<br />- Tipologia: filtro a lastrina<br />- Tempo esposizione: +10 stop<br />- Misure: 100x100mm<br />- Materiale: vetro, isolante<br />- Prezzo: circa 115 € + s.p.<br /><br /><div style="text-align: center;"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4cac20cf60a84_0032.jpg" /><br /></div><br />A essere precisi, il filtro non è propriamente un filtro "ND" e non tutti i filtri sono precisamente da 10 stop! Ma andiamo con ordine...<br /><br />Ho utilizzato per il mio test una Nikon D40 e un Nikkor 12-24 f/4 (mi sono però già confrontato con un amico che ha testato il filtro su Nikon D300 arrivando alle stesse conclusioni! Inoltre le notizie che ho trovato sul web sono sovrapponibili per la maggior parte a ciò che sto per scrivere).<br /><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51); font-weight: bold;">Utilizzo</span><br />Il suo utilizzo è molto semplice: si compone la foto come meglio si desidera e si calcola il corretto tempo di esposizione senza l'utilizzo del filtro ND (già in questa fase è opportuno posizionare i vari filtri GND o Pola aggiuntivi); con un rapido calcolo (o sfruttando il comodo flogliettino sulla trasformazione dei tempi di esposizione fornito nella confezione) si ottiene il tempo di esposizione per l'utilizzo del filtro; a questo punto potremmo montare il filtro e dare inizio alla nostra foto! [N.B.: viste le proprietà del filtro stesso, nella maggioranza delle occasioni in cui si sfrutta il tempo di esposizione supera i 30"; consiglio quindi di munirsi di un comando remoto per lo scatto]<br /><br />Ora concentriamoci sulle sue qualità...<br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 255, 51);">Dominanti</span><br />Lasciando le impostazioni del bilanciamento del bianco (WB) on camera su AUTO, la nostra foto risulterà al termine dell'esposizione tendenzialmente blu, con un'alterazione cioè delle cromie naturali, alterazione comunque abbastanza semplice da correggere in pp anche per chi poco ci sa fare con i programmi di fotoritocco. Ovviare al problema, però, è molto semplice! Prima di effettuare il nostro scatto è sufficiente impostare on camera il WB il più "caldo" possibile (solitamente se non erro a 8900°K). Facendo questo la foto sarà quasi pronta: quasi in quanto persisterà una debole dominante blu, ma basterà un rapido intervento sul WB in pp per sistemare le cose. Confrontando questo filtro con il suo più diretto avversario, il B+W ND110, la dominanza è il primo punto a favore per il Lee; infatti la dominanza magenta restituita dal B+W è davvero difficile da eliminare il pp per riportare i colori al loro splendore naturale, nonostante i vari tentativi di correggere il wb on camera (ho testato anche il B+W ND110 grazie alla concessione di un amico!)...<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4cac20cfc05e0_0033.jpg" /><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size:85%;">WB on camera su AUTO; nessuna correzione del WB in post produzione</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4cac20d96d8a4_0034.jpg" /><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size:85%;">Correzione del WB in post produzione (8900°K, valore massimo impostabile on camera)</span><br /></div><br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 255, 51);">Tipologia</span><br />Altro punto cruciale che vede in competizione i due filtri appena menzionati è la loro tipologia. Mentre il B+W è un filtro a vite (con gli svantaggi che comporta, su tutti la difficoltà ad utilizzarlo in associazione con altri filtri e, non da meno, la "vignettatura" che produce a focali molto corte), il Lee è a lastrina. Il filtro così è facilmente inseribile nell'apposito holder (<span style="font-style: italic;">Foundation kit</span>, Lee) e si può tranquillamente utilizzare in associazione con ulteriori filtri senza oltretutto perdere mm di focale molto preziosi! Le uniche accortezze che è necessario utilizzare sono: 1) una volta impostata la corretta messa a fuoco, è indispensabile impostare tale controllo su manuale prima di premere l'otturatore altrimenti la fotocamera non sarà in grado di procedere con lo scatto (sarebbe come chiedere all'esposimetro di funzionare in piena notte!); 2) inserire il filtro nel primo slot per evitare infiltrazioni di luce molto spiacevoli. Il filtro ai lati è munito di un materiale isolante che permette al vetro di aderire perfettamente alla plastica dell'holder, eliminando così gli altrimenti inevitabili flare&C.<br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 255, 51);">Esposizione</span><br />Seconda cosa da precisare riguarda il tempo di esposizione che il filtro permette di ottenere: come dichiarato anche dalla casa costruttrice nella confezione del filtro, esso può aumentare l'esposizione dai 9 stop e 1/3 fino ai 10 stop e 2/3!! Si rende quindi necessario un piccolo test al momento dell'arrivo del filtro per "scoprire" quanto nero è il nostro vetro!<br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 255, 51);">Costruzione</span><br />Le misure 100x100mm lo rendono utilizzabile con tutte le principali ottiche in commercio (basta munirsi dei rispettivi anelli adattatori; questa caratteristica lo rende abbastanza sovrapponibile al B+W).<br /><br />Il materiale di fabbricazione è di primissima qualità: già prendendolo in mano lo si capisce dal suo peso; per preservarne la funzionalità, però, consiglio di acquistare l'apposito panno portafiltri Lee.<br /><br />Il prezzo di certo non è tra le caratteristiche più accattivanti (acquistando il B+W si risparmiano super giù 20-30 €), ma, come tutto il materiale Lee, la sua qualità ci spinge a fare anche questo sacrificio!<br /><br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 255, 51);">Aspetti negativi</span><br />Finora sono emersi esclusivamente gli aspetti positivi del filtro! Ma ahimè ci sono anche dei contro...<br />Abbiamo già menzionato la sua non completa neutralità. Ma altro punto a sfavore del filtro è la vignettatura in cui si occorre: gli angoli della foto risulteranno sottoesposti e richiederanno un intervento selettivo in pp, con una conseguente perdita di qualità.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201010/gallery_4cac286767c26_0035.jpg" /><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size:85%;">Esempio estremo di vignettatura con l'utilizzo del Big Stopper Lee; nessun intervento in pp</span><br /></div><br /><br />In campo paesaggistico la sua impiegabilità è a volte limitata: 10 stop risultano "pochi" per ottenere delle vere lunghe esposizioni di giorno (in presenza del sole l'esposizione varia circa tra i 2" e i 10", più che sufficienti per l'effetto seta dell'acqua, ma pochi per ottenere l'effetto scia delle nuvole o il livellamento delle onde di un lago/mare; personalmente spesso lo utilizzo in associazione con un filtro ND da 2 stop per prolungare l'esposizione fino ad un paio di minuti; le cose cambiano nel caso in cui non ci sia luce solare), ma a volte troppi per poter esporre correttamente la scena, soprattutto con la luce dell'alba o del tramonto! Senza l'impiego di altri filtri, l'esposizione (con sole alle spalle al tramonto/alba) si aggira tra i 2'-3'30", tempo più che accettabile. Ma se pensiamo che a questo tempo dobbiamo magari aggiungere altri 3 stop per l'uso di un GND 0.9 (filtro graduato ND da 3 stop, il più appropriato in queste condizione di luce), il tempo di esposizione lieviterà in modo eccessivo: arriveremo a 15'-30' di esposizione (senza contare il cambiamento di luce tipico di questi momenti)!!! Bisognerà quindi essere molto accorti nel valutare la condizione di luce per utilizzare questo filtro. Sarebbe molto interessante se la Lee producesse un filtro a lastrina da 6 stop... (esiste in commercio un filtro ND da 6 stop della B+W, ma non ho mai avuto l'occasione di provarlo... resta però il fatto che come il fratello maggiore è a vite!). [<span style="font-style: italic;">I parametri precedentemente esposti sono riferiti al sensore della Nikon D40 impostato su una sensibilità ISO di 200 e a chiusura del diaframma a f/16; riducendo l'apertura del diaframma (a) o alzando la sensibilità ISO (b) sarà possibile ridurre il tempo di esposizione, con le ben note conseguenze che queste operazioni porteranno - a) diminuzione della profondità di campo; b) aumento degli artefatti digitali prodotti dal sensore quali ad es. il rumore</span>]<br />Non ho mai testato la sua impiegabilità in altri campi come quello dell'architettura.<br /><br /><br /><br />Ritornando al nostro esperimento, nella foto a seguire mi trovavo con la luce del tramonto con il sole alle spalle (erano proprio gli ultimi minuti di luce sfruttabili!); non volendo modificare diaframma e sensibilità ISO, sono stato costretto ad evitare l'uso di ulteriori filtri e recuperare la porzione di terra successivamente in pp. Questo anche perchè la conformazione del soggetto poco si addice all'uso di filtri GND siano essi hard o soft...<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www1.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cab72d259e7d_0031.jpg"><img src="http://www1.nital.it/uploads/ori/201010/gallery_4cab72d259e7d_0031.jpg" width="280" /></a><br /></div><br /><br /><span style="font-style: italic;">Dati exif: Fotocamera: Nikon D40 - Ottica: Nikkor 12-24mm f/4 - Lunghezza focale: 12mm - Diaframma: f/16 - Sensibilità ISO: 200 - Tempo di esposizione: 208.2" - Filtri: Big Stopper Lee</span><br /><br />In questo caso il filtro ha restituito un tempo di esposizione ottimale per avere la scia delle nuvole, restituendo un'atmosfera più particolare alla foto [starà poi al gusto del fotografo e al suo intento capire se l'effetto sia appropriato o meno all'immagine che si accinge a scattare].<br /><br /><br /><br />In un'altra occasione il filtro Big Stopper mi era tornato molto utile; mi trovavo sulle rive di un lago dolomitico ai piedi delle Torri del Vajolet.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www2.nital.it/uploads/ori/201007/gallery_4c2dface4cef3_0041.jpg"><img src="http://www2.nital.it/uploads/ori/201007/gallery_4c2dface4cef3_0041.jpg" width="280" /></a><br /></div><br /><br /><span style="font-style: italic;">Dati exif: Fotocamera: Nikon D40 - Ottica: Nikkor 12-24mm f/4 - Lunghezza focale: 12mm - Diaframma: f/16 - Sensibilità ISO: 200 - Tempo di esposizione: 25" - Filtri: Big Stopper Lee, 0.6 ND Grad Soft Lee</span><br /><br />Questa volta il filtro mi ha permesso di imprimere sul sensore differenti momenti di luce: infatti nel corso dell'esposizione i raggi solari hanno baciato qua e là il soggetto. Il risultato è stato di esser riuscito a catturare il bellissimo riflesso nell'acqua, addolcendo poi il passaggio tra le zone di ombra e di luce sfumandone le tonalità [anche qui l'effetto può piacere o non piacere...].<br /><br /><br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 255, 51);">Riassumendo...</span><br />Pro:<br />- Facilità di utilizzo (filtro a lastrina) [++]<br />- Materiale di fabbricazione (vetro e isolante) [++]<br />- Misure di costruzione [++]<br />- Neutralità del filtro (se paragonato con la concorrenza) [+]<br />- Impiegabilità di giorno [+]<br /><br />Contro:<br />- Prezzo [-]<br />- Vignettatura [-]<br />- Impiegabilità limitata nei momenti di luce migliore [--]<br /><br /><br /><span style="color: rgb(51, 204, 255);">Riporto di seguito due interessanti review che mettono a confronto il Big stopper Lee con il ND110 B+W (</span><a style="color: rgb(51, 204, 255);" href="http://mattlauder.wordpress.com/2010/04/10/lee-big-stopper-10-stop-nd-vs-bw-3-0-10-stop-nd-filter-review-pt1/" target="_blanck">qui</a><span style="color: rgb(51, 204, 255);">) e il Big Stopper con il 10 Stop Hitech (</span><a style="color: rgb(51, 204, 255);" href="http://blog.robertstrachan.com/archives/844/lee-big-stopper-hitech-10-stop-nd-filter-review/" target="_blanck">qui</a><span style="color: rgb(51, 204, 255);">).</span><br /><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-76344249491683144512010-09-25T11:10:00.004+02:002010-09-25T13:17:53.526+02:00Agenda CAI 2011 - Dolomiti, Patrimonio dell'Umanità<div style="text-align: justify;">Approfitto dell'ormai prossima chiusura dei lavori per pubblicizzare il progetto portato avanti dal Comitato Scientifico Centrale del CAI per l'Agenda 2011; guinta alla decima edizione, quest'anno sarà incentrata sulle Dolomiti che dal 29 Giugno 2009 sono entrate a far parte del bene Unesco.<br /><br />L'uscita dell'agenda è prevista per il prossimo Ottobre 2010, al costo di 15€ per i non soci, 12€ per i soci CAI. Fin da ora è possibile ordinare la propria copia sul sito <a href="http://www.montagnadilibri.com/">www.montagnedilibri.com</a>.<br /><br />L'agenda è strutturata in dodici gruppi dolomitici, ognuno corrispondente ad un mese del calendario. Ogni scheda di gruppo contiene al suo interno informazioni molto utili riguardo gli aspetti geologici, faunistici, floreali, storici, alpinistici, ... Ogni scheda inoltre è accompagnata da una ricca selezione di foto e immagini. Non intendo però anticiparvi nulla di più...<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a href="http://www.montagnadilibri.com/libri.html"><img src="http://www.questedolomiti.com/articoli/wp-content/uploads/agenda-cai-2011.jpg" /></a><br /></div><br /><br />Per la realizzazione della parte fotografica hanno collaborato: <a href="http://www.walkinginthenature.it/">Giulio Compostella</a>, <a href="http://www.marcodian.altervista.org/Home.html">Marco Dian</a>, <a href="http://www.passeggiando.it/">Tommaso Forin</a>, <a href="http://www.giorgioguarraia.com/">Giorgio Guarraia</a>, <a href="http://www.nicolomiana.com/">Nicolò Miana</a>, <a href="http://www.clickalps.com/galleria/">Roberto Moiola</a>, <a href="http://www.mauriziosartoretto.com/">Maurizio Sartoretto</a> e io!<br /><br />Non posso che ringraziare di cuore a Ugo Scortegagna, ideatore e curatore del progetto, per la possibilità offertami!!<br /><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-58503344272423398032010-09-18T08:17:00.006+02:002010-10-30T17:55:38.793+02:00Pale di San Martino & Passo Rolle - Rif. Mulaz<span style="font-weight: bold; font-style: italic; color: rgb(51, 102, 255);font-size:130%;" >Dal Passo Rolle al Rif. Mulaz attraverso i luoghi più conosciuti delle Pale di San Martino</span><br /><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Partenza: Passo Rolle 1972 m slm</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Arrivo: Rif. Mulaz 2571 m slm</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Dislivello: circa 1100 m</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Durata: 3,5 h</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Difficoltà: </span><a style="color: rgb(51, 255, 51);" href="http://grottoe.blogspot.com/2008/09/classificazione-delle-difficolt.html">EE</a><br /><br /><div style="text-align: justify;">Arrivando da S. Martino di Castrozza, si lascia la macchina al parcheggio sull'ultimo tornante proprio sotto il Passo Rolle (partenza classica per la Baita Segantini). Il sentiero, che in realtà è una sterrata fino alla deviazione sotto al Mulaz, è il n° 710. In lenta ma costante salita passiamo nei pressi della Capanna Cervino, m 2082. Il nome di questo rifugio risulta alquanto particolare per chi non ne conosca la sua origine: sorto nel 1931 per volere di Alfredo Paluselli, venne intitolato alla più famosa vetta delle Alpi per rafforzarne il legame creato dalla somiglianza descritta fin dai secoli addietro dagli escursionisti che di qui erano passati.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94714bdb68c_0015.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94714bdb68c_0015.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center; color: rgb(255, 204, 153);"><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;">La Capanna Cervino e sullo sfondo da sinistra la Tognazza, la Cavallazza e il Colbricon</span></span><br /></div><br /><br />Poco più avanti della Capanna, troviamo la deviazione per il Castellaz, cima dolomitica dalla particolare forma situata al centro del teatro creato dalle vette dal Cimon della Pala fino alla Venegia; famoso è il trekking del Cristo Pensante, statua votiva situata sulla vetta del Castellaz raffigurante per l'appunto il Cristo in atto di meditazione rivolto verso la Valle del Travignolo e il tramonto del sole.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947506cb1a6_0030.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947506cb1a6_0030.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >La classica parete Sud del Castellaz</span><br /></div><br /><br />La strada prosegue lungo i pendii della Costazza, sempre in leggera salita fino all'arrivo sull'omonimo passo ove è situata la più famosa Baita Segantini a quota 2170 m, costruita nel 1936 sempre da Paluselli. La sua posizione strategica a ridosso delle vette più famose del gruppo dolomitico e la presenza di un piccolo specchio d'acqua in cui si riflettono le Pale stesse ha attiratto da sempre escursionisti e fotografi di tutto il mondo, esportando oltre confine la bellezza di quest'angolo dolomitico. Passando di mattina nei pressi della Baita, però, ci troveremo in forte controluce e non sarà possibile apprezzare a pieno l'unicità del luogo: con la luce del pomeriggio e soprattutto con quella del tramonto i colori diventano magici.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94750ecc3ae_0029.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94750ecc3ae_0029.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Le Pale di S. Martino riflesse in uno specchio d'acqua nei pressi della Baita Segantini</span><br /></div><br /><br />Da qui ora ci troviamo a scendere fino a quota 1950 m nella Val Venegia, rinomata per la bellezza dei larici (che ne costituiscono gran parte della foresta) per il caratteristico manto d'orato autunnale. Dopo qualche tornante, troveremo la deviazione a destra per il Rif. Mulaz (segnavia n°710). Ci troviamo ora in uno degli sprazzi che si aprono ai piedi delle vette, i prati in ombra sono ancora gelati; numerosi qui i conoidi formatisi per le ripetute frane e non di rado è possibile osservare i tronchi dei larici sommersi dalle pietre, strappati dal suolo dalle valanghe o dalle frane stesse.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c9473d895948_0028.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c9473d895948_0028.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >L'imbocco della Val Venegia e sullo sfondo la parete del Mulaz</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947156135cb_0016.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947156135cb_0016.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Prati gelati in Val Venegia</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947138e8aeb_0017.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947138e8aeb_0017.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Linee geometriche di una carcassa di un larice secolare</span><br /></div><br /><br />Il sentiero si fa subito impegnativo: con ripidi tornanti ben presto guadagnamo quota. La vista spazia dal Passo Costazza e dal Lagorai con la vetta del Colbricon, per passare dall'imbocco della Val Venegia (con le due malghe che la caratterizzano, Malga Venegia e Malga Venegiota) con Costazza e Castellaz a dominarla, fino alle vette di cima Juribrutto e Cima Bocche che fronteggiano le vette del Latemar in secondo piano. In lontananza nei giorni più limpidi sarà possibile godere della vista del Gruppo del Brenta e dell'Adamello e, salendo con lo sguardo a nord, si vedranno le vette innevate del Passo dello Stelvio con l'Ortles e il Gran Zebrù a farla da padroni.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94724454610_0020.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94724454610_0020.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >La vista verso ovest salendo al Mulaz</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947148e4b80_0018.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947148e4b80_0018.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >La Val Venegia illuminata dal sole e sullo sfondo le Cime Bocche e Juribrutto</span><br /></div><br /><br />Per dare dei cenni di geologia (il Passo Rolle è tra i siti più studiati dai geologici per la concomitanza di numerose rocce di diversa natura), potremmo osservare differenti tipi di dolomia: quella del Serla, di cui il Castellaz ne è un esempio, di colorazione più scura rispetto a quella dello Sciliar, di cui sono costituite le vette delle Pale, molto più lucente (basti osservare le pareti ove sono visibili i segni di recenti frane che hanno esposto gli strati sottostanti non ancora "intaccati" dagli agenti atmosferici). Guardandoci però intorno da questo punto ci accorgeremo come le Pale siano un isola (seppur bella grossa visto che sono la più grande isola tropicale fossile delle Dolomiti seconda esclusivamente al Gruppo del Sella che però non fa parte del Bene Unesco!) circondata da rocce di differente origine: infatti la roccia che caratterizza le vette del Lagorai e di Cima Bocche risulta immediatamente più scura. La sua origine è vulcanica.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c9473d2148dc_0027.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c9473d2148dc_0027.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Un larice di circa 200 anni lungo il sentiero; sullo sfondo la Val Venegia</span><br /></div><br /><br />Il nostro percorso continua a salire, fin tanto che non torniamo in vista del Mulaz (che con i suoi 2906 m di altitudine è la vetta più elevata raggiungibile senza ferrate sulle Pale) e della Forcella Margherita, situata a quota 2655 m che costituisce il punto più elevato raggiunto nell'intera escursione. L'ultimo tratto del sentiero è davvero caratteristico salendo proprio al di sotto di una ripida parete che ci sormonta quasi a volerci inghiottire.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94713b21073_0019.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94713b21073_0019.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Escursionisti in ombra ai piedi del Mulaz</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94724a7ba63_0021.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94724a7ba63_0021.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Escursionisti nell'ultimo tratto verso la Forc. Margherita</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c9473c7db343_0026.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c9473c7db343_0026.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Le indicazioni verso il Rif. Mulaz del sentiero n°710</span><br /></div><br /><br />Siamo così giunti ai piedi delle vette dei Bureloni (3130 m) e di Val Grande (3038 m), dei Campanili di Val Grande (2995 m) e del Focobon (2969 m), delle Cime del Focobon (3054 m) e di Campido (3001 m).<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c9473b08b103_0025.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c9473b08b103_0025.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >La vetta del Focobon spicca su tutte vista dalla Forc. Margherita</span><br /></div><br /><br />Più in basso ora intravediamo il tetto in lamiera del Rif. G. Volpi di Misurata al Mulaz (2571 m), e oltre i nostri occhi si perdono tra le vette dolomitiche: partendo da destra, vedremo la Civetta che cela in parte il Pelmo, le Marmarole e il Sorapiss, l'altopiano del Mondeval e la Croda da Lago, i Cadini di Misurina e le Tre Cime di Lavaredo, fino al Cristallo e alla Croda Rossa. Spostandosi di qualche metro verso le vette si potranno intravedere anche le Tofane.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94725d6767e_0022.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c94725d6767e_0022.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Il tetto del Rif. Mulaz e il panorama circostante</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947257a0e9c_0023.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947257a0e9c_0023.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >La pista di atterraggio dell'elisoccorso nei pressi del Rif. Mulaz</span><br /></div><br /><br /><span style="font-style: italic;">Note tecniche sull'escursione</span>: per chi desidera affrontare l'ultimo tratto di salita (segnato come traccia) verso la vetta del Mulaz e suonare la caratteristica campana, consiglio di partire direttamente da Pian dei Casoni in modo da affrontare la salita solamente all'andata.<br /><br /><br /><span style="font-style: italic;">Note tecniche sull'attrezzatura: essendo l'escursione per me impegnativa, ho sfruttato esclisivamente la D40 con le tre ottiche in mio possesso (Nikkor 12-24 f/4, Nikkor 18-55 f/3.5-5.6 e Nikkor 55-200 f/4-5.6); non ho mai tirato fuori dallo zaino il treppiede o i filtri, eccezion fatta per la foto alle Pale riflesse nei pressi della Baita Segantini. Ho trovato però davvero scomodo il continuo cambiamento di ottica: per questo motivo (al di là che per motivi qualitativi delle stesse ottiche base 18-55 e 55-200), sto pensando di acquistare un 'ottica "tuttofare" quale il Nikkor 28-300 appena uscito.</span><br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947250c9cce_0024.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c947250c9cce_0024.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Mio fratello incantato come me dal panorama circostante...</span><br /></div></div><br /><br /><span style="color: rgb(153, 255, 153);"><span style="font-style: italic;">Tutti i dati exif delle foto sono consultabili scaricando le foto.</span><br /><br /><br /><br /></span><br /><div style="text-align: center;">__________________________________________________________________________________<br /></div> <span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 255, 51);font-size:130%;" ><br /></span> <div style="text-align: center;"><span style="color: rgb(51, 255, 51); font-weight: bold;font-size:130%;" >Ti potrebbero interessare anche...</span><br /></div><p><a href="http://grottoe.blogspot.com/2009/10/evasioni.html"><img src="http://lh4.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TMwdk0nkYaI/AAAAAAAADMw/OOqyQwfQvXo/Senza-titolo-4.jpg" align="left" /></a></p><p><a href="http://grottoe.blogspot.com/2009/10/evasioni.html">I Laghi di Colbricon e la Cima Cavallazza</a></p><p>Tempo: 3,5 h (percorso ad anello)</p><p>Difficoltà: E</p><p><a href="http://grottoe.blogspot.com/2008/11/i-laghi-di-juribrutto.html"><img src="http://lh6.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TMwdoOZhGvI/AAAAAAAADM4/mCCoRDZOoFI/Senza-titolo-6.jpg" align="left" /></a></p><p><a href="http://grottoe.blogspot.com/2008/11/i-laghi-di-juribrutto.html">I laghi di Juribrutto</a></p><p>Tempo: 4,5 h (percorso ad anello)</p><p>Difficoltà: EE</p><p><a href="http://grottoe.blogspot.com/2009/08/il-rif-pradidali.html"><img src="http://lh6.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TMwdkvsj0sI/AAAAAAAADMk/iqaecxncD2k/Senza-titolo-1.jpg" align="left" /></a></p><p><a href="http://grottoe.blogspot.com/2009/08/il-rif-pradidali.html">Il Rifugio Pradidali</a></p><p>Tempo: 3,5 h</p><p>Difficoltà: EE</p>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-35279468788633787282010-09-07T17:40:00.003+02:002010-09-18T08:24:16.358+02:00Falzarego - Rif. Averau, Rif. Nuvolau e Rif. Scoiattoli<span style="font-weight: bold; font-style: italic; color: rgb(255, 255, 0);font-size:130%;" >Nel cuore delle Dolomiti</span><br /><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Partenza: Rif. Col Gallina 2054 m slm</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Arrivo: Rif. Nuvolau 2575 m slm</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Dislivello: circa 620 m (quota minima 1977m slm facendo il giro ad anello)</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Descrizione: percorso ad anello</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Durata: 4,5-5 h</span><br /><span style="color: rgb(51, 255, 51);">Difficoltà: </span><a style="color: rgb(51, 255, 51);" href="http://grottoe.blogspot.com/2008/09/classificazione-delle-difficolt.html">E</a><br /><br /><div style="text-align: justify;">7-8 Agosto 2010. Arrivati al Passo Falzarego tiriamo dritto verso il rif. Col Gallina ove lascieremo il nostro mezzo di trasposrto. Da qui si intraprende a est del rifugio il sentiero n°441 in direzione del Lago di Limides. Il tempo coperto non ci permette di gustare a pieno il panorama dalle rive del lago con l'Averau e la Tofana di Rozes riflettersi; ci accorgiamo però ben presto che le vette sono sfumate di neve. L'aria è geliga e nonostante sia piena estate siamo costretti a vestirci pesante! Tirato il fiato proseguiamo per lo stesso segnavia in dirazione della Forcella Averau. Poco prima della forcella, si incrocia il sentiero che salendo dal Passo Falzarego passa sotto alla parete nord della Croda Negra (Punta Gallina). Il sentiero fino a qui non presenta grosse difficoltà e se preso con il giusto passo anche i tratti più ripidi si superano agevolmente.<br /><br />Arrivati alla forcella, il panorama intorno a noi è spettacolare, ma non possiamo soffermarci molto tempo per ammirarlo a causa del forte vento che in un attimo ci congela il naso... Ora ci ritroviamo a scendere di qualche metro in direzione del Rif. Averau. Il sentiero corre esattamente a sud della vetta e la verticalità della stessa non può lasciare indifferenti gli escursionisti.<br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865853d0b74_0013.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865853d0b74_0013.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Averau dal Rif. Nuvolau</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Arrivati al rifugio, in completa restrutturazione, si ha la possibilità di accorciare il giro scendendo direttamente verso il Rif. Scoiattoli e da lì tornare al Rif. Col Gallina, oppure facendo l'ultimo sforzo salire fino al Rif. Nuvolau: consiglio vivamente di effettuare l'ascesa, il panorama godibile dalla vetta è una rarità! Inoltre il Rif. Nuvolau è il più antico della zona, costruito ancor prima della prima guerra mondiale dove andò distrutto.<br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865b7ca72b7_0010.JPG"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865b7ca72b7_0010.JPG" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" ><span style="font-style: italic;">Il gestore del Rif. Nuvolau indaffarato in cucina...</span></span><br /></div><br /><br />Sa sud verso ovest, il nostro occhio può spaziare dal Palmo, al Civetta, alle Pale di S. Martino (ben visibile l'altopiano e il ghiacciaio della Fradusta), alla Marmolada, al Gruppo del Sella... fin quando il nostro sguardo viene catturato dall'Averau!<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865829973c6_0012.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865829973c6_0012.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Il Rif. Nuvolau all'alba</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Da sud verso est invece possiamo godere della vista del Mondeval, della Croda da Lago, dell'Antelao, delle Marmarole, dal Sorapiss, dei Cadini di Misurina e della Croda de Toni, del Cristallo e della Croda Rossa, delle Tofane, le 5 Torri e in lontananza si vedono i ghiacciai delle vette austriache...<br /><br /></div><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a69e46eb_0002.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a69e46eb_0002.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Le Tofane viste dal Rif. Scoiattoli</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Una volta caricati gli zaini in spalla ci affrettiamo a scendere verso il Rif. Scoiattoli dove pernotteremo seguendo il sentiero n°439. I gestori ci accolgono con gentilezza e disponibilità, le camere studiate per la miglior abitabilità e i bagni prefabbricati sono dotati anche di doccia con acqua calda... praticamente un hotel a 2225 m slm!!<br />Posati gli zaini in camera, approfittiamo delle ore prima di cena per visitare il museo delle 5 Torri che, insieme ai musei del Lagazuoi, del Sasso de Stria e del museo del Forte Tre Sassi estesi su un raggio di 5km, costituisce il più grande museo all'aperto della Prima Guerra Mondiale raccontando i diversi aspetti della vita in trincea.<br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c8658299f0d7_0014.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c8658299f0d7_0014.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Il Museo delle 5 Torri</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">La sera ci affrettiamo a mangiare per correre fuori per guardare il tramonto: gli altri escursionisti ci osservano con occhio tanto cusioso quando indagatore... ma non sanno cosa si sono persi!! Man mano che il sole cala le nubi che c'avevano accompagnato per tutta la serata si diradano, regalandoci una luce davveo ineguagliabile.<br /><br /></div><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865b86b1b79_0008.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865b86b1b79_0008.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Il Cristallo da sud del Rif. Scoiattoli</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www1.nital.it/uploads/ori/201008/gallery_4c61a2e6da538_0053.jpg"><img src="http://www1.nital.it/uploads/ori/201008/gallery_4c61a2e6da538_0053.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Le 5 Torri da sud del Rif. Scoiattoli</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a5dad84e_0007.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a5dad84e_0007.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Croda da Lago dal Rif. Scoiattoli</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Una volta calata la notte, non possiamo non trattanerci all'aperto per ammirare le spettacolare stellata sopra di noi: risulta ben distinguibile la via lattea così come sono numerose le stelle cadenti...<br /><br /></div><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a638d674_0006.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a638d674_0006.jpg" width="280" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Le 5 Torri in notturna</span><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">All'alba ci affettiamo a risalire fino al Rif. Nuvolau per vedere i primi raggi di sole baciare queste vette dolomitiche.<br /><br /></div><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865b75c2628_0011.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865b75c2628_0011.jpg" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Marmolada dal Rif. Nuvolau</span><br /></div><br /><br />Fatta colazione ci rimettiamo in marcia verso l'auto seguendo il segnavia n°440...<br /><br /><br /><br /><span style="font-style: italic;">Altre foto dell'escursione:</span><br /><br /><div style="text-align: center;"><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a5718ee4_0005.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a5718ee4_0005.jpg" width="400" /></a><br /><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Antelao dal Rif. Scoiattoli</span><br /><br /><br /><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a6f38a82_0004.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865a6f38a82_0004.jpg" width="400" /></a><br /><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Tofane dal Rif. Scoiattoli</span><br /><br /><br /><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865853db84a_0009.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c865853db84a_0009.jpg" width="400" /></a><br /><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Sorapiss dal Rif. Scoiattoli</span><br /><br /><br /><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c86583fb3a72_0003.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c86583fb3a72_0003.jpg" width="400" /></a><br /><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Cadini di Misurina dal Rif. Scoiattoli</span><br /><br /><br /><a class="lightwindow" href="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c86583ead1db_0001.jpg"><img src="http://www.clikon.it/uploads/ori/201009/gallery_4c86583ead1db_0001.jpg" width="400" /></a><br /><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 204, 153);font-size:85%;" >Cristallo dal Rif. Scoiattoli</span><br /><br /><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-style: italic;">Tutte le foto sono state eseguite con la seguente attrezzatura:</span><br /><span style="font-style: italic;">- Corpo macchina: Nikon D40</span><br /><span style="font-style: italic;">- Ottiche: Nikkor 12-24 f74; Nikkor 55-200 f/4-5.6</span><br /><span style="font-style: italic;">- Treppiede: Vanguard ALTA+ 235AP con testa panoramica PH-22</span><br /><span style="font-style: italic;">- Filtri: 0.3, 0.6, 0.9 ND Grad Soft Lee; 0.6 ND Grad Hard Lee; The Bigger Stop ND Filter Lee</span><br /><span style="font-style: italic;">- Scatto remoto</span><br /><br /><br />Se interessati all'escursione, consiglio vivamente di dare un'occhio a questo link: <a href="http://www.ladinia.it/tours/tour.php?id=88">http://www.ladinia.it/tours/tour.php?id=88</a><br /><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7462838756068195167.post-8192384014579436892010-08-31T17:21:00.004+02:002010-08-31T18:06:42.604+02:00Locandina GAM, Zugliano (VI)<div style="text-align: justify;">Un breve post per pubblicizzare l'escursione del 12/09/2010 organizzata da Corrado Zenere, presidente del Gruppo Amici della Montagna [<a href="http://www.gamzugliano.it/">www.gamzugliano.it</a>] di Zugliano (VI), sulle 5 Torri, territorio ricco di storia (grazie alla presenza del più esteso museo a cielo aperto della Prima Guerra Mondiale) e bellezze naturali (grazie all'ineguagliabile veduta di cui si può godere soprattutto dal rifugio Nuvolau). A breve scriverò a riguardo il resoconto della mia ultima escursione in questi luoghi magici!!<br /><br />Di seguito riporto la locandina dell'escursione sopra citata:<br /><br /><div style="text-align: center;"><a href="http://www.gamzugliano.it/index.php?option=com_eventlist&view=details&id=71&Itemid=31"><img style="width: 468px; height: 672px;" src="http://lh5.ggpht.com/_aNI0QLrNduY/TH0fZc4upsI/AAAAAAAADKw/P5lPpw0wA94/Locandina_GAM_5Torri.jpg" /></a><br /></div><br /><br /><span style="font-style: italic;">Ringrazio di cuore il presidente del GAM per aver scelto una mia foto per la locandina.</span><br /><br />Per ulteriori foto a riguardo vi rimando alla mia raccolta su flickr: <a href="http://www.flickr.com/photos/enricogrotto/sets/72157624586691827/">http://www.flickr.com/photos/enricogrotto/sets/72157624586691827/<br /></a><br /></div>Enricohttp://www.blogger.com/profile/08256407558695817823noreply@blogger.com0